Questo potrebbero dirmi o pensare.
Io però sono tornato pochi giorni fa nei luoghi dove ci
conoscemmo per visitare quella nostra amica comune. È stato un momento rilassante,
abbiamo passeggiato fuori e lei ha parlato tanto. Mi ha fatto piacere sentirla
raccontare di fatti che in parte non sapevo e di conoscenze comuni.
Però, dopo, ho sentito il desiderio di rivedere
la vecchia casa dove allora abitavo in affitto e quando mi sono messo in strada, con l'auto, non la trovavo. Hanno cambiato
la viabilità, e la strada che prima era stretta e tra due muri a secco ora è
diventata larga, a due corsie, e in quel punto dov’è il viale di accesso ora c’è
una curva. Già anni fa assieme avevamo visto che era cambiato tutto, ma intanto
avevo rimosso, ed ero tornato indietro troppo nel mio ricordo, e quasi mi sono
perduto.
Allora però ho deciso di ritrovare la palazzina
con l’appartamento dove stavi tu in affitto, e dove abitavi quando ci siamo
conosciuti. Anche stavolta non mi ci trovavo. Troppi anni passati. Quel bar
dove andavamo a telefonare con i gettoni non c’è più, ora è un negozio che vende
non so cosa. E senza il riferimento del bar non capivo dove mi trovavo, e così
ho proseguito, sempre in auto, e mi sono ritrovato lontano dai luoghi che cercavo, e
mi son messo a piangere. Ma porca miseria, possibile che non ricordi? Possibile
che noi siamo spariti? Che tu sia sparita? No, questo no. Non lo accetto.
Io però ho la testa dura, e se cerco alla fine
qualche cosa trovo. Mi perdo ma poi trovo. Magari non esattamente quello che
cercavo, ma trovo. E così sono ritornato sul percorso di quindici minuti prima,
ho proseguito, ho riconosciuto il nostro ponticello e la curva. Ho fatto
inversione e sono entrato nel vialetto. C’era un ragazzo, in fondo, ed il
cancello era aperto. Ho accostato e sono sceso. Ho spiegato che tanti anni fa
abitavo lì ed ho chiesto se potevo entrare. Ho avuto il permesso e ho rivisto
la nostra casa ormai semiabbandonata. Ho avuto nostalgia, e desiderio di fare
qualche foto. Ho chiesto il permesso, ma non l’ho avuto. Giusto. È una proprietà
privata, e ci sono pure grossi problemi tra gli eredi. Sono rientrato verso la casa. Ho guardato
velocemente dove abbiamo vissuto i nostri primi anni assieme, il cortile, le
finestre, il portone della legnaia, l’ingresso della casa, il piccolo prato, il
posto delle fragole dove ormai non ci sono più le fragole che piantai. Ho avvertito
che le nostre ombre restano in quel luogo, e loro lo vedono com’era. Noi siamo
un po’ tra quelle mura.
Però, a quel punto, non mi bastava più. Dopo aver
salutato mi sono rimesso in auto e stavolta, a colpo sicuro, ho ritrovato prima
la località, poi la via ed infine anche la tua palazzina. Non tua ovviamente,
ma dove hai abitato un anno, prima di venire nella nostra prima casa. E lì, di
nuovo, la tua ombra, rimasta a quell’unico anno, fissato per sempre. E a me è
ritornato alla mente quel bellissimo centro tavolo in vetro di Murano che feci
rompere perché vi bruciai stupidamente un pezzetto di carta. La tua ombra teneva
in mano quell’oggetto e sorrideva. Eccolo, è ancora intatto, cosa pensavi?
Niente, non pensavo più a niente. Ero soddisfatto.
Ti avevo ritrovata. E non avevo nessun desiderio di far foto a quella palazzina ed al tuo balcone. Ora
so che posso ritrovarli, se lo desidero. E non mi serve entrare nell'appartamento, dove sei tu
io lo so. Ciao, Viz.
Non servono foto per ricordare. Questo post
quindi non ha foto.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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