Quanto
i primi di settembre portano il tempo di provvisori bilanci sull’estate quasi
trascorsa restano alcuni ricordi fissati, pochi giorni forse, o molti di più per
i fortunati, ammesso siano bei giorni.
Per
me è tristezza, prima di tutto, perché è la mia prima estate senza di te dopo
tante, tantissime, vissute con te come metro del mio vivere.
Non
ho perso l’abitudine comune del giudizio che abbiamo costruito negli anni. In questo
non mi lascerai mai, ne vado fiero e non so come poterti esprimere il mio
grazie. Ne ho conservato la griglia di valori che mi stava perfetta, adatta a
tutte le stagioni, e mi è servita. Ho mantenuto rapporti con chi ti apprezzava
e che tu a tua volta giudicavi positivamente. Con altri li ho approfonditi, o
sono rimasto in contatto; e sono persone che amavi ed io amerò. Altri, pure
importanti, sui quali esprimesti dubbi, li ho un po’ scordati. E non me ne
spiace.
È
stata un’estate senza di te, ma solo in parte. Un motivo l’ho già scritto, ed
un altro è questo: tu eri con me. Non è trascorso un solo giorno senza la tua
presenza, senza che io parlassi di te o con te, con chi mi stava accanto o da
solo, in casa o fuori. È stata un’estate caldissima, insopportabile in certi
giorni, e l’hai scansata. Io invece mi sono dedicato a lavori in un appartamento
limitando al minimo indispensabile l’impegno. Ora, col fresco, spero di
ritrovare il desiderio e le motivazioni per dar corpo ad un mio sogno che tu
hai permesso di realizzare, e che per me non ha più il valore di un tempo; in
quel sogno tu eri coprotagonista ed ora devo ripensare al copione. Non so come
risulterà la correzione.
Ma
non è stata un’estate solo caldissima o di lavori, no. Mi sono concesso piccole
spedizioni dolomitiche, non lontanissimo da casa. Avrei preferito il mare, il
mio primo amore, ma tu in effetti lo subivi, ed ora a me piace meno. Le dolomiti
sono più vicine, e le conosco ancora poco, colpevolmente, ma è così. Ed è così
che ho rivisto la zona di Stava, che a te era cara, oppure del vicino Cavalese,
o delle montagne sopra Pinzolo, ed attorno a Rovereto. Sono salito sino a quota
2600, che per me non è poco, ho visto dall’alto la nostra Riva del Garda e la
nostra Rovereto, ed ogni volta ho avuto la possibilità di offrirti i miei occhi
per vedere ancora. Mi sono ricavato questo momento, ogni volta, anche se stavo
con altre persone. Non ho altro da dirti, Viz. Non è stata un’estate mitica
però, non come le nostre.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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