Ho paura di volare, non ho mai volato su un
aereo o un elicottero o una mongolfiera. Sono stato su funivie e cabinovie e
seggiovie, ma non mi sono mai distaccato completamente dal suolo. Il motivo vero
non lo so.
In fondo non mi dispiacerebbe volare sulle
miserie umane, distaccarmene, vederle da lontano e percepirle per quello che
devono apparire a chi è più saggio o possiede una visione d’insieme più ampia.
Poi penso a chi non si è mai allontanato dalla
città nella quale è nato, e quindi non ha vissuto in un altrove conoscendo altri
mondi, più o meno familiari. E allora verifico che alcuni, malgrado questo,
hanno la mente aperta, sanno capire il diverso, o intuire almeno che non è il
nemico, mentre altri restano piccoli piccoli, racchiusi tra le loro mura
mentali e materiali.
Quindi forse, se non sono stupido del tutto,
posso ovviare in altro modo alla mancata esperienza del volo. Del resto non ho
bisogno di provarlo personalmente per sapere che se vado a sbattere contro una
parete di roccia in auto a 100 all’ora ci resto spiaccicato. Non devo fare
tutte le esperienze del mondo per capire almeno quanto mi serve a livello
elementare e pratico.
Ammetto che volare quindi mi fa paura ma che sarebbe
una bella esperienza. Uno dei problemi che sorgerebbe è che per forza di cose
sarebbe limitata, temporanea, ed io non vorrei esperienze precarie, momentanee,
una tantum. Cerco una stabilità, anche se non una certezza impossibile.
Con altre parole io, una volta che mi alzassi
da terra e provassi emozioni nuove e capissi l’imprevedibile, poi dovrei in
ogni caso scendere, e ritrovarmi nella condizione precedente, solo con un altro
ricordo in più. Sarei ancora del tutto sovrastato dalla miseria umana, da
quella esterna a me e da quella che conservo nascosta dentro ed ogni tanto
emerge con desideri incoffessabili, con paure irrazionali, con immancabili sensi
di colpa e con mille altri mostri tenuti a bada con fatica e non sempre con
successo.
Come si può vivere la bellezza e poi
rinunciarvi a cuor leggero? Salire e poi precipitare in basso? Avere e poi non
avere più?
La parte che odio della vita è esattamente
questa, la perdita. So che è naturale, ho perso tante cose, che sarebbero
nulla, ma ho perduto anche persone vicine. Tu Viz ne sai qualche cosa. Tu, che
per alcuni sei volata in cielo, e quindi hai volato, capisci cosa intendo. E non
solo tu, ovviamente.
Del resto non posso lamentarmi di una
condizione umana e comune, non più di tutti gli altri almeno, devo solo farmene
una ragione ed accettarla.
Se poi aggiungo significati fittizi e metaforici del volo solo per trovar scuse alla mia paura non lo so. È che a volte la mia
mente (quella sì) vola, come un biplano, lento sopra la valle e con un gran rumore prodotto
dal suo grosso motore. Oggi ne ho visto uno di biplani, a proposito, che volava
verso Trento, verso l’aeroporto Caproni, per la manifestazione Festivolare. Ed un po’ ho invidiato quel pilota
senza le mie paure.
Silvano C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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