martedì 30 settembre 2014

Passaggio ed interpretazione di “notizie” in rete (autocertificazione di morte).


Tra i primi a riportare la notizia in modo certo è il giornalista Ciro Pellegrino sulla sua pagina fan di Facebook, QUI, il 13 settembre 2012,
ma fa riferimento ad un altro utente, esattamente a Fabio Palombo ( Qui trovi il suo account Facebook ) del quale il giornalista scrive correttamente di aver condiviso una foto, che probabilmente è la sorgente primaria, salvo ulteriori notizie.

Pure Varese news riporta la cosa il 13 settembre 2012, QUI
E nello stesso giorno pure citynews-today riporta la chicca, QUI
Il 2 ottobre 2012 è la volta della Gilda dei matti, QUI.

Il 29 giugno 2013 a rinfrescare la cosa è DAW, esattamente QUI
e la notizia arriva a Spinoza, QUI 

Ed è nello stesso giorno (chi sia arrivato prima o dopo io non so) che pure Repubblica.it di Milano fa riferimento esplicito QUI alla ormai non più fresca notizia

Il 30 giugno poi la cosa è riproposta da il Saronno. QUI

Il primo luglio 2013 si racconta la cosa come di un fatto recente, su Mondo.it   con un po’ di colore, ma senza citare fonti chiare, QUI.

Sempre il primo luglio 2013 anche HOT-NEWS riprende la fonte e rilancia, QUI

Il giorno 11 settembre 2014 ritorna la notizia, o meglio, la solita immagine, senza molte spiegazioni, definita semplicemente da Flavia Trupia un ossimoro idiota, QUI
Io scopro casualmente parte di queste immagini che girano (in realtà sono sempre la stessa perché altre fonti non ne ho trovate) e ci scrivo un post, QUESTO esattamente il 12 settembre. Il mio post lo intitolo: E’ facile offendere in rete.


Arriva poi un altro giornalista famoso, che ci scrive un pezzo colorato e con un po’ di ironica fantasia, esattamente il 13 settembre. Parlo di Filippo Facci, e il suo trafiletto lo trovi QUI.

La cosa poi continua, ad esempio QUI, ma credo continuerà ancora perché in rete, occorre fissarlo nella mente, tutto resta per sempre. L’immagine di un modulo di Saronno ripresa da tanti che non sempre fanno una ricerca seria o raccontano come sono arrivati alle loro fonti è solo un esempio di come una tua foto o una cosa che hai scritto passi di mano in mano con la massima facilità e venga reinterpretata a piacere da chi la pubblica a sua volta, anche ad anni di distanza, a volte spacciandola come una novità, altre volte travisandone il senso o inventandone particolari inediti.


(Per poter aprire correttamente i link in certi casi credo sia necessario un account su Facebook)

Aggiornamento doveroso aggiunto un paio di ore dopo aver messo il post. 
Fabio Palombo, del quale ora sono diventato amico su Facebook, aveva messo l'mmagine già il 26 gennaio 2012, QUI, quindi ancora prima del 13 settembre 2012, e ad oggi ha avuto 4267 condivisioni. Un vero record.

 
                                                                                     Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

3 commenti:

  1. Offendere in rete è facile e guai a chi un bel giorno si trova nella condizione di essere additato con parole..esempio: cretino, libertino, traditore o depravato...
    In rete si trova sempre qualcuno che in un momento particolare quale può essere il suo stato d'animo o follia vera e propria dovuta a pensieri che la mente può generare di punto in bianco, tassello dopo tassello, tanto da far scaturire fantasie di ogni tipo e portarli a farneticare sulla base del nulla.
    Chi è portato al pensiero distruttivo, oltre ad averlo fatto sulla propria persona o persone vicine cercherà, appena ne avrà l'occasione (generata da fantasie a dir poco allucinanti) lo fa ad esempio colpendo l'individuo che si ha voglia di distruggere.
    In rete, voler inculcare, persuadere gli altri della persona additata è diventata prassi con frequenza sempre maggiore.
    Agli occhi di chi legge, chi è colpito da simili attacchi, essendo individui quasi sempre che non si conoscono a fondo, veri e propri sconosciuti (social)... molto spesso si da credito ad un solo indivuduo, quello distruttivo nei confronti di un altro.

    Chi subisce un attacco, in rete, soprattutto, ha pochi modi di farsi valere e può reagire cercando di far comprendere, o denunciando l'accaduto se quanto viene detto è grave.
    Oppure lasciando perdere, sminuire la cosa, confidando su chi ci conosce relaamente o ha fiducia in noi.
    Chi utilizza questo ultimo metodo evidentemente sa, per esperienza, per carattere o modo di fare, che chi attacca è fuori da ogni ragionamento sano e lasciando perdere, ha dalla sua una forza molto valida... sa di poter superare indenne anche simili bassezze.
    In tutti i casi, in rete, non si dovrebbe mai offendere nessuno sia che le notrizie siano vere o false.
    Le notizie si lasciano a chi è capace di comunicare e soprattutto che siano di interesse pubblico.
    L'offesa in rete è la cosa più squallida che ci possa essere, nei social soprattutto, dove evidentemente si vuole far arrivare la notizia, quasi sempre falsa dovrebbe essere punita severamente...
    Servirebbe una sorta di patente di idoneità per capire se chi scrive è capace di intendere e di volere....
    (sempre Anonimo) menfi

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    1. se la cosa ha valenza penale la via maestra è una sola, la denuncia. sino ad oggi,per fortuna,non ho mai avuto questa esperienza diretta,ma occorre dire che il fatto di non usare generalità complete mi mette abbastanza al riparo da questo genere di problemi. a volte poi,quando sono in vena, con chi provoca e non vuol capire, il fatto di costringere l'interlocutore a scendere sul piano personale mi da pure soddisfazione. ho esautito i suoi argomenti, e la sua offesa è in realtà una resa. sui social poi si possono bloccare questi individui, una volta chiarito con chi si ha a che fare, e questo fa sempre bene alla salute. per il resto di scoppiati ed esagitati in rete ce ne sono a milioni. alcuni sono giovani, scusabili quindi perchè devono ancora capire. altri sono adulti in malafede, e questi sono pericolosi, ma in ogni caso quasi impossibile fermarli. del resto poi spesso una "notizia" passa acriticamente da uno all'altro, una bufala si gonfia, e le persone che stanno attente non bastano a fermarla. certe cose sono virali. il caso dell'autocertifcazione di morte dovrebbe aiutare a capire, no? :-) Siivano

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  2. Hai perfettamente ragione. Il modondi farebdi alcuni può essere compreso dialogando brevemente.
    Quello in malafede non lo concepisco, soprattuto quando si entra nel privato...la denuncia resta sempre l'ipotesi più giusta.
    Buona serata :-)

    RispondiElimina

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