domenica 14 settembre 2014

Del terremoto e delle parole vuote

Siamo tutti prontissimi, in caso di calamità più o meno naturali, come esondazioni, terremoti, frane e bombe d’acqua a trovare colpevoli, a vederne nitidamente le cause, a proporre soluzioni, a scrivere “VERGOGNA” o, nei casi migliori, ad iniziare un’azione di sostegno con raccolte di firme o ancora effettuare una donazione ai colpiti dalla calamità e/o alle associazioni che li seguono.

La realtà che tocco purtroppo con mano ogni giorno è diversa. Parte da più lontano per farmi arrivare ad una conclusione che non mi piace, ma che mi sembra quanto di più vicino alla verità io possa mai trovare. Noi, in Italia, non potremo mai mettere in sicurezza tutta la popolazione, ed ogni nuovo evento che ci aspetta porterà con sé lutti e danni, a volte enormi, forse incalcolabili.



La colpa però non è solo dei politici e delle leggi sbagliate o disattese, dei costruttori senza scrupoli e dei tecnici che non svolgono il loro dovere, o almeno non è solo loro.



Io parto dalla considerazione che non tutti potranno mai avere un’abitazione indipendente perché il territorio non basterebbe. Non è solo un problema di denaro per poterla comprare, ma di spazio fisico che non abbiamo, e moltissimi devono abitare in condominio, specialmente nei centri urbani. Mi sembra un dato di fatto, non credo di doverlo dimostrare.   



Io mi limiterò al terremoto, per quanto riguarda la mia tesi, perché purtroppo ne ho conosciuto gli effetti, anche se nel mio caso non sono stati tragici.



Bisogna abitare in una casa (o in un appartamento), e o si affitta o si compra.

Chi vive in una casa non sua ha ben poco da fare per la propria sicurezza, al massimo può scegliere una sistemazione migliore e con una struttura più solida e moderna, ma questo comporta solitamente un canone da pagare più alto.



Chi invece ha la fortuna o la possibilità di vivere in un’abitazione di proprietà può, compatibilmente con le proprie finanze, intervenire attivamente per scegliere una casa più sicura al momento dell’acquisto o procedere alle necessarie opere strutturali per rendere maggiore la sua resistenza in caso di scosse sismiche. Ancora una volta quindi l’aspetto economico incide direttamente sul livello di sicurezza che ci possiamo permettere.



Per chi abita in un condominio poi, e questo capita a decine di milioni di italiani, le cose si complicano in modo notevole.

Se ad esempio un intero condominio viene dichiarato inagibile in seguito ad un sisma e la soluzione scelta (o imposta) è quella non di abbatterlo bensì di rinforzarne le strutture portanti con un intervento finanziato anche dall’ente pubblico è evidente che questo comporterà non pochi fastidi per i necessari traslochi e le sistemazioni provvisorie, ma alla fine si avrà una casa più sicura (se non ci saranno intoppi burocratici o dovuti all’impresa incaricata dell’intervento).



Può tuttavia capitare che da uno studio geologico risulti la possibilità di migliorare la sicurezza passiva dello stesso edificio, con una piccola spesa aggiuntiva, ma stavolta completamente a carico dei proprietari e suddivisa per millesimi.

Per la sicurezza, visto che in ogni caso si devono eseguire lavori e questo intervento extra comporterebbe un fastidio minimo in termini di tempo, parrebbe logico spendere un po’ di più, magari rinunciando ad acquistare l’ultimo modello di televisore o di iPhone. Invece non è così. L’assemblea può bocciare la proposta e la sicurezza può benissimo aspettare il prossimo terremoto, che non si prevede prima di di 300-400 anni (come se fosse possibile fare questo tipo di previsioni).



Incredibile vero? Eppure è così. E succede anche che durante i lavori capiti di scoprire lavori abusivi che qualche singolo condomino ha fatto eseguire nel proprio appartamento andando a compromettere la solidità dei muri portanti, senza avvisare né altri condomini né amministratore né autorità competenti.



Ancora qualcuno pensa che le case crollino solo per colpa dei terremoti o dei politici o dei costruttori o dei tecnici? Io non lo penso più.



                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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