lunedì 15 settembre 2014

La ragazza rimasta senza slip


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Monica è una ragazza indubbiamente bella e che attira gli sguardi quando passa per strada. Se non fosse per il fatto che attraversa un periodo burrascoso a causa del suo ex ragazzo semplicemente perché lui non vuol capire di essere appunto ex, convinto di poter riannodare i fili spezzati di un rapporto che solo lui ha fatto finire con i suoi ripetuti tradimenti, la sua vita si potrebbe dire felice.
 
Abita da molti mesi in un piccolo appartamento, conquistandosi così la tanto sospirata indipendenza dai suoi, che ama, è chiaro, e che continua a vedere, assieme alla sorella, ma preferisce avere un suo spazio, e vivere con la libertà che prima non poteva permettersi. 

Ha un lavoro accettabile, in una boutique del centro, ormai da quasi due anni. Di essere stata assunta per le mini che ama indossare spesso e per altre sue visibili qualità fisiche è chiaro pure a lei, che non è stupida, ma è pure convinta di essere riuscita a mantenere il posto, in questo periodo di crisi, anche grazie alla sua abilità con i clienti ed alle sue doti di spontaneità e simpatia. 

La sua modalità collaudata di approccio con le coppie che entrano nel negozio è quella di ignorare quasi completamente l’uomo e di dedicare tutta la sua attenzione alla donna, lavorando sul piano della complicità. Con tutti o quasi gli uomini sa che non serve agitarsi troppo perché è solo il culo che guardano, mentre con le donne è più difficile. Vanno prima capite e subito dopo conquistate. Ignorare in modo evidente i compagni accanto a loro è quasi sempre una mossa che paga.

Da quando è tornata single ha ricominciato a frequentare con maggior assiduità un piccolo gruppetto di amiche che come lei amano vestirsi in modo a volte provocante, e nella piccola città di provincia ovviamente non passano inosservate, riuscendo a divertirsi malgrado i tempi non proprio ideali. Sono in quattro, e nessuna di loro si è mai laureata, anche se lei ed un’altra si sono pure iscritte, dopo la scuola superiore, alla Facoltà di  Magistero. Entrambe però, dopo il primo anno e qualche esame sostenuto, hanno perso la spinta iniziale, ed hanno cercato e poi trovato lavoro.

Una volta in settimana hanno preso l’abitudine di ritrovarsi a casa sua per una cena tra sole donne, durante la quale si divertono a raccontarsi delle conquiste fatte o si consolano a vicenda per le difficoltà immancabili che - malgrado l’allegria esibita alla gente - devono affrontare.

Quando cenano con le finestre aperte a volte sentono un vicino che, quattro piani più in basso, parla con non si sa chi. Ha una voce baritonale e profonda che penetra anche le pareti. Lei lo ha soprannominato “Trombetto” e quando lo incontrano, le quattro amiche, non possono che trattenere il riso che quel nome evoca.

Tutto scorre tranquillo, per Monica, sino a quando, un giorno di settembre, col bel cielo ancora d’estate, il titolare della boutique le spiega che dal mese successivo lei non sarà più necessaria e che gli affari non vanno come dovrebbero per il negozio. Dopo saranno solo lui e sua moglie a curare la clientela della Boutique Intima ed a proporre lingerie, reggiseni, body, perizomi e slip.

                                                                                     Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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