lunedì 29 settembre 2014

Madamina, il catalogo è questo


Ho pensato ad una mia lista, sicuramente incompleta, che tenti di sintetizzare alcuni momenti della mia vita, dei miei interessi e delle mie letture. So che ha un valore più che altro sentimentale per il sottoscritto, ma poiché non sono pagato per farla (e non ci guadagno nulla col blog, che non ha pubblicità, come avrai notato) e un po’ mi ci sono divertito a scriverla, narcisisticamente, pure tu non sei tenuto a leggerla.

Premetto che sono partito come tanti dai libri scolastici e dai fumetti, poi sono arrivato ai romanzi di fantascienza ed alla letteratura erotica che passava il “convento”, ed ho pure letto, tanto tempo, fa Erich Maria Remarque e Sven Hassel, che hanno dato la stura a tutto quello che ne è seguito.

Ricordo poi di un libro tascabile sulla vita delle formiche che leggevo (fingevo di leggere) in spiaggia mentre in realtà non perdevo d’occhio le ragazze che mi passavano a tiro visivo. Stranamente ricordo quel libro ma nessuna di quelle ragazze, solo che le guardavo. Ma inizio con la lista seria:

·        Lettera ad una professoressa, di Don Milani. Non solo quello, ovviamente, ma anche “l’obbedienza non è più una virtù”. Mi aprì un mondo. Mi ci vidi in parte coinvolto, ed ancora non sapevo quanto.

·        Dalla parte delle bambine, di Elena Gianini Belotti. Testo fondamentale, di un’ovvietà tale nelle sue conclusioni da farmi dubitare sull’intelligenza di tanta gente che questi temi li negava e li nega ancora oggi. Il femminista stava scavando dentro di me. Di quel periodo ricordo pure “Primavera silenziosa” di Rachel Carson, che avrebbe influenzato alcune scelte future, ad esempio quella di studiare biologia e di seguire un corso complementare di ecologia, quando in Italia ancora la disciplina era semisconosciuta.


·        Le città invisibili, di Italo Calvino. E quasi tutti i suoi romanzi. Autore unico, inimitabile, immaginifico, che associo ad un regista italiano geniale, Nanni Loy. Su questa associazione ti lascio fare i collegamenti che ti pare.

·        Io, Robot, di Isaac Asimov. È un titolo esemplificativo della mia era fantascientifica, piena di paccottiglia ma anche di autori importanti, saccheggiati in seguito dalla cinematografia. Asimov è stato un precursore. Io con lui ricordo un grande attore recentemente scomparso: Robin Williams, ed invito a rivedere, alla prima occasione, “L'uomo bicentenario”, dove è un personaggio non umano ma più umano di tanti altri, comico e triste, e generoso, come solo Robin sapeva essere.

·        Il delta di venere, di Anaïs Nin. Ecco la mia parte oscura, le mie curiosità e l’attrazione per sesso ed erotismo. La pornografia, che ho conosciuto, mi annoia, mentre la fantasia, la realtà raccontata in modo elegante e a volte ironica, scavando dentro le spinte profonde ed un po’ deviate mi affascinano. Un autore mi ha colpito, assieme alla scrittrice citata, ed è Pierre Louÿs. Per chi non lo conosce dico che vale la pena cercare i suoi libri, e leggerli.

·        Enigmi e giochi matematici (5 volumi) di Martin Gardner. Un grande della curiosità e dei giochi, inimitabile ma imitatissimo da emuli sparsi in tutto il mondo. I suoi pentamini li ho costruiti in legno, per giocarci. E lui mi ha confermato che la geometria del mondo è poesia, è bellezza, è leggerezza.

·        La storia della vita sulla Terra, di David Attenborough. Credo che il libro sia esaurito da anni (io ne ho due copie che non cederò a nessuno), riassume quanto il grandissimo naturalista inglese ha fatto in una seria unica di documentari che per anni ho usato come se fossero libri di testo per tentare di costruire un catalogo della vita sulla Terra, dare un ordine logico a quanto la natura ci propone senza darci spiegazioni.

·        Il romanzo di Ferrara, di Giorgio Bassani. Letto tardi, colpa mia, ma un testo fondamentale per conoscere anche la mia Ferrara più di quanto ne sapessi.


·        Lucrezia Borgia, di Maria Bellonci. La duchessa di Ferrara più famosa descritta in un romanzo che è pure storia. Un testo che altri hanno tentato di imitare, tirando per le vesti la duchessa, anche recentemente, ma la Bellonci rimane la prima e la sola. Dopo, solo dopo, anche gli altri, e non importa se hanno vinto il Nobel. 


·        Don Chischiotte, di M. de Cervantes. Pareva un monte da scalare, prima. Ed è lungo, mi è sembrato interminabile mentre invece mi teneva compagnia. Eppure ogni vetta che si conquista dopo ti ripaga col doppio, il triplo, o molto di più di quanto hai speso. Solo questo. Niente di più e niente di meno di questo.


                                                                                     Silvano C.©

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

1 commento:

  1. Troppo bello leggere...
    Adesso prendo nota di tutto. Spero di contribuire con piccole cose.
    Grazie
    Menfino :-)

    RispondiElimina

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