domenica 1 giugno 2014

Mentre la notte sta per cedere all’alba di un nuovo giorno


Penso solo all’Italia in questo post, e già so quindi di essere assolutamente ed irrimediabilmente riduttivo e superficiale, ma una serie di domande senza risposta mi assale sempre più spesso. Dubbi ed interrogativi, che qualcuno dice di poter fugare con una seria analisi preventiva, a me rimangono, incrostati anche sulle scelte che invariabilmente ogni giorno compio.
Non è mai tutto nero o tutto bianco, è questo il problema dei populismi, peccato di gioventù di generazioni che scordano il passato o di loschi personaggi che ci sguazzano benissimo come maiali nel fango. Tra parentesi, i maiali sarebbero animali pulitissimi se potessero vivere liberamente, e rotolarsi nel fango, quando lo trovano. E' un modo per proteggere la loro pelle delicata anche dai parassiti, cosa che fanno pure altri animali nella savana.
Ma lasciamo perdere le digressioni, volevo solo sfatare un luogo comune sui maiali.
Io vedo l’Italia sempre più vecchia, con pochi figli, demoralizzata sotto il peso di una crisi che noi stessi ci siamo procurati, vivendo per un numero imprecisato di anni al di sopra dei nostri mezzi, abituandoci bene a diritti acquisiti e stato sociale. Le classi più umili ne hanno tratto benefici a lungo e quindi non si sono mai lamentate troppo, potendo arrivare pure loro alle briciole del banchetto regale.
Ora però che i nobili, la corte e la grande borghesia si ritirano e vogliono difendere le proprie posizioni in modo sempre più sfacciato, evadendo le tasse, lavorando in nero, portando capitali all’estero e magari pure andandoci con la residenza o alleandosi con la malavita organizzata, l'equilibrio si è rotto. Alcuni senza speranze seguono grandi imbonitori che appartengono esattamente alla categoria degli evasori ricchissimi, magari con capitali e residenze all’estero, e comunque con molte scialuppe di salvataggio predisposte in luoghi sicuri.
Io però penso ai vecchi, più garantiti economicamente, con pensione già attiva o comunque molto più alta, quando arriverà, di quello che potrà mai essere lo stipendio dei giovani, dei loro stessi figli e nipoti, e penso quindi ai giovani, che hanno diritto a speranze e possibilità, anche se non hanno fatto vere guerre come i  nostri nonni e i nostri padri per conquistarsi la libertà ed il benessere.
Ecco, tutto qui. Poi ho letto un libretto leggero di Michele Serra, dove si parla, tra le altre cose, di una mitica Grande Guerra Finale tra giovani e vecchi, e di un personaggio, Brenno. Mi è venuta così l’idea dei Cacciatori, sui quali ho scritto tre brevi post in sequenza, che sono solo un gioco sul senso della vita, con personaggi immaginari, e nei quali la violenza è simbolica, perché in una favola anche quando il drago muore in realtà rimane per sempre. Ecco quindi un tentativo di spiegazione e di interpretazione, le altre domande me le tengo e le lascio pure a chi mi legge.

                                                                                           Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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