Attorno sono allegri, si vede che si divertono, scherzano
tra loro, si conoscono da chissà quanto tempo, e chiaramente sono molto più
simpatici di lui, maschi o femmine che siano.
Lui è al mare per curarsi, è stato il medico ad “ordinarlo”
ai suoi:
– Questo bambino ha bisogno di respirare aria diversa, portatelo al mare, in estate. –
– Questo bambino ha bisogno di respirare aria diversa, portatelo al mare, in estate. –
Facile da dire per il Dottor Leoni che ha una bella casa,
gira in auto, veste bene e la sua famiglia sembra avvolta da una sorta di
mistero sacrale, praticamente inavvicinabile nelle penombre della casa signorile. Eppure i suoi fanno quello che
possono, e si separano per curare il figlio, il loro unico figlio. Si separano
nel senso che la madre lo accompagna al Lido di Canaletto dove hanno
affittato una stanza uso cucina in un seminterrato, con il bagno in comune con
altre tre stanze come la loro, ed il padre li raggiunge solo durante il fine
settimana, per poche ore, arrivando in corriera il sabato attorno a mezzogiorno
(grandi feste ed abbracci) e ripartendo poi con lo stesso mezzo il pomeriggio
del giorno dopo (pianti e magone).
I tempi dei bambini sono incomprensibili per gli adulti, e
pure la loro sofferenza. Semplicemente le cose si fanno in un certo modo perché
è così, e non si discute. Quindi tutto è scandito da orari precisi, non sembra
neppure una vacanza, ma la scaletta rigorosa che si deve rispettare da parte di
tutti gli ospiti di un collegio.
Sveglia prestissimo, poi passeggiata in spiaggia prima che
il Sole si alzi sul serio e renda ogni cosa infuocata, ricerca di conchiglie, sguardi ai
pochi bambini in giro a quell’ora strana, odore di salmastro, alghe, acqua bassa
per la marea, sabbia umida ma libera dal mare anche se con la memoria delle onde che c’erano prima e che
ci saranno di nuovo tra poche ore, e granchi che scappano, gabbiani che urlano,
scogli improvvisamente più vicini, ma ugualmente lontani e non raggiungibili.
Poi il ritorno a casa, la colazione, e ancora di nuovo in
spiaggia, stavolta sotto la tenda che sembra la vela quadrata di un'antica nave,
perché gli ombrelloni ancora non sono arrivati, come oggi, e due sedie a
sdraio, pericolosissime. Qualcuno ha raccontato che, pare, sia successa una
disgrazia pochi anni prima, con una bambina che ha avuto una mano amputata da
una straio che si sarebbe chiusa sotto il peso del padre mentre lei stava
giocando proprio tra i legni che sostenevano il genitore. La sdraio quindi
merita rispetto ed attenzione, e lui non può modificarne l’inclinazione, quando
è sistemata come deve stare.
In realtà è la noia a farlo star male, non servono le buste
di fumetti insoliti che la madre gli compra ogni tanto la sera, oppure la
paletta per scavare buche enormi; lui non può allontanarsi. Non sa
nuotare, si può perdere, potrebbe capitare ogni genere di imprevisto, come ad esempio cadere in qualche avvallamento sommerso ed annegare in pochi centimetri di acqua.
Gli altri però vanno dove vogliono. Corrono tra gli spruzzi,
giocano con un pallone, maschi e femmine fanno piccoli gruppi, ridono, e
neppure lo vedono. Evidentemente è molto diverso, forse ridicolo, o
inguardabile, o più semplicemente non hanno alcun bisogno di lui; dovrebbe
essere lui a fare il primo passo, forse, ma come accidenti si fa non è chiaro.
Cosa si deve dire, cosa si fa, come ci si presenta? Impossibile.
La sera del sabato però la famiglia si riunisce. In centro,
puntualissimo, inizia in uno dei pochi bar che lui conosce la trasmissione che
gli piace da morire: L’amico del giaguaro. Quella sera tutto sparisce. Pisu,
Bramieri e Del Frate, e poi la cosa più fantastica mai assaggiata prima: la
cioccolata in tazza. Incredibile che in estate, col caldo ed i gelati che
gli altri consumano, la cioccolata in tazza sia così buona. Eppure è così. Non ci
sono spiegazioni.
Inizia poi per noia, o forse per una segreta predisposizone, a spiare gli altri, a cercare di capire, perché
per essere curioso lo è e lo è sempre stato, e spia bambini ed adulti, nei rari
momenti di libertà, prima di andare a letto, le sera.
E' una valvola di sfogo alla sua incapacità di rapporti.
E' una valvola di sfogo alla sua incapacità di rapporti.
Ma non è piacevole tutto questo, non è alla luce del sole,
come gli piacerebbe, ed avverte un ché di morboso e di proibito, e vorrebbe
altro, mentre il mese di ferie trascorre lentamente senza alcun
fatto nuovo.
Tre giorni prima della fine del soggiorno al Lido di
Canaletto, nella casa della famiglia Carveda, in quel sottoscala dove avverte
in modo tangibile il senso di inferiorità sociale (come se ve ne fosse ulteriore
bisogno), poco prima che arrivi il padre per l’ultima volta e poi ripartire
tutti con la corriera, avviene il fatto inatteso e sperato. Per non si sa bene quale motivo, viene avvicinato da una
ragazzina del gruppo che per 20 giorni almeno lui ha solo guardato da lontano,
senza osare avvicinarsi. I due giorni che restano lo ripagano di tanti pensieri
stupidi che aveva fatto crescere lentamente dentro la sua mente. Tutto è
diverso, e può essere diverso.
Come si possa modificare quello che lui vorrebbe cambiare ancora, razionalmente, non lo capisce, ma intanto brucia quelle ore, che spariscono in fretta e poi gli lasciano dentro il vuoto.
Come si possa modificare quello che lui vorrebbe cambiare ancora, razionalmente, non lo capisce, ma intanto brucia quelle ore, che spariscono in fretta e poi gli lasciano dentro il vuoto.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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