l'imperatore romano Tiberio |
Non mi illudo troppo per i risultati delle ultime elezioni
europee; l’Italia è un paese di destra, lo era prima e lo sarà ancora per
molto. Non sono idee mie, e non me ne posso appropriare perché lo scrivono
molti commentatori politici e di costume.
Io mi limito solo a riflettere su pochi fatti che conosco e su alcune vicende che ho vissuto, a causa della mia età.
Io mi limito solo a riflettere su pochi fatti che conosco e su alcune vicende che ho vissuto, a causa della mia età.
Prima di tutto è presente un’area cattolica conservatrice
molto forte, sicuramente non comunista o post-comunista.
Poi vi sono interessi legati a industria, commercio e politica,
pure loro non molto a favore di una sinistra popolare o, come si diceva un
tempo, proletaria. Non sono mancati esempi di persone illuminate, in questo campo,
ma sono la minoranza.
Un ruolo importante lo gioca anche il carattere un po’ anarchico
degli italiani, poco propensi, come ad esempio i tedeschi, anche solo a
rispettare le file per entrare ad uno spettacolo o le code in autostrada ai
caselli. Tale carattere, che è segno di genialità, indipendenza e spinte
innovatrici, è anche sinonimo di una certa furbizia, quella che in pratica ci fa
fare la figura di popolo di fessi.
Tra due furbi, è ovvio che uno lo sia più dell’altro. Se si amplifica questo concetto a milioni di persone è evidente che molti che si ritengono volpi sono in realtà solo polli, e fanno il gioco di chi li sta raggirando. Pensano di guadagnarci, nel loro piccolo, ma intanto fanno guadagnare mille volte di più chi li sa ipnotizzare (ad esempio il piccolo proprietario di casa non vuol pagare le tasse sul suo unico appartamento di 60 metri quadrati e intanto permette a chi ha una villa di risparmiare montagne di denaro che dovrebbe giustamente versare con le imposte).
Tra due furbi, è ovvio che uno lo sia più dell’altro. Se si amplifica questo concetto a milioni di persone è evidente che molti che si ritengono volpi sono in realtà solo polli, e fanno il gioco di chi li sta raggirando. Pensano di guadagnarci, nel loro piccolo, ma intanto fanno guadagnare mille volte di più chi li sa ipnotizzare (ad esempio il piccolo proprietario di casa non vuol pagare le tasse sul suo unico appartamento di 60 metri quadrati e intanto permette a chi ha una villa di risparmiare montagne di denaro che dovrebbe giustamente versare con le imposte).
Poi ci sono gli evasori fiscali, un vero esercito, un
deposito di voti che nessuno sembra avere la forza di innervosire, ma che non
sono maggioranza del Paese, visto che molti, in Italia, sono lavoratori
dipendenti, pensionati, finte partite IVA, disoccupati o casalinghe.
Basterebbe che i presunti furbi capissero che tali non sono
per invertire una volta per tutte questa anomalia da terzo mondo abbandonando la
zavorra che ci frena. Ma, come ho già scritto, l’Italia non è di sinistra. La sinistra
inoltre si divide puntualmente tra chi vuole tutto e subito, cioè vuole libertà assoluta di
critica, cerca volutamente posizioni di minoranza e spesso rischia di diventare
extraparlamentare per la propria individualità che rincorre la rabbia degli
esclusi e non li fa ragionare ed unire tra loro: i duri e puri. E poi c'è l’altra
sinistra, quella di governo, che accetta il compromesso politico perché in
democrazia è solo così che si ottengono alcuni risultati, mai tutti (neppure le
dittature realizzano tutto quanto promettono).
La prima sinistra quasi mai arriva al governo. Al massimo lo
sostiene da fuori. È la sinistra che conserva la rivoluzione nel proprio DNA.
La seconda sinistra cerca alleanze con forze moderate, si
adatta, per il bene comune, a soluzioni riformiste, per modificare lentamente
la società, senza bagni di sangue, morti o tragedie nazionali.
Entrambe hanno una visione comune, ma divergono fortemente
nei modi per raggiungere tale ideale condiviso. E tali divergenze creano odi e
rivalità profonde, continue spaccature, espulsioni ed accuse reciproche. A volte
dolorose rotture di amicizie.
Interessante notare anche che tra queste due diverse anime è
abbastanza alto il livello medio culturale, sicuramente superiore alle
percentuali grossolanamente espresse dal voto, segno che c’è una riflessione ed una scelta
motivata e ragionata all’origine delle scelte in entrambe le aree, e l’anima “rivoluzionaria” è quella
più preparata.
Quindi, ripeto, ora il PD, coalizione fatto partito, che
unisce anime PCI e DC, campione dell’ala riformista, vincitore sull’onda di
emozioni assimilabili e quelle che portarono il PCI a diventare il primo
partito italiano subito dopo la morte di Enrico Berlinguer, ha davanti a se un
tempo non enorme per riforme in senso redistributivo e a sostegno dei ceti meno
fortunati. La luna di miele con il 41% dell’elettorato in caso contrario non
durerà troppo, e Renzi lo sa.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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