domenica 8 giugno 2014

Pagare le tasse sulla casa conviene


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Pagare le tasse sulla casa conviene, anche quelle sulla prima casa, malgrado ciò che i partiti  di destra - che sappiamo tutti da chi sono votati - continuano a ripetere da anni. Conviene specialmente a chi ha solo una casa, magari comprata con sacrifici e facendo rinunce per una vita intera, mentre altri hanno fatto la bella vita ed hanno speso senza problemi senza investire nel mattone ed hanno preferito viaggi e ristoranti e altro.



La sinistra ed i sindacati non sono stati capaci in tanti anni di spiegare la realtà delle cose alle persone più deboli o ai piccoli proprietari, sempre a rincorrere gli slogan di chi voleva ed è riuscito, alla fine, ad impoverire il Paese, rendendo i poveri sempre più poveri ed il ceto medio ormai a rischio di povertà. Ma tutti vedono che la disuguaglianza cresce, che alcuni si possono permettere grosse auto, ville, vacanze, abiti firmati, scuole private per i figli, ed ogni genere di lusso, mentre una fascia sempre maggiore di italiani fa la spesa nei discount alimentari e il ristorante lo vede solo da fuori, con sempre maggiori spese e lavori più precari, quando ha la fortuna di avere un lavoro.



L’evasione fiscale è uno dei peggiori crimini, al pari della criminalità organizzata, perché ruba ai poveri. È necessario non togliere le tasse sulla prima e sulle altre case, che siano abitazioni principali o no, pieno possesso o nuda proprietà. E parlo di tutte le tasse, riferite al possesso della casa ed ai servizi che il Comune DEVE fornire alla cittadinanza, e quindi è giusto che pure gli inquilini paghino una quota di spese comunali, come del resto già pagano affitto, forniture e spese condominiali  (Questo esattamente per evitare che qualcuno, per sfuggire in qualche modo agli enormi rischi che il possesso di un immobile comunque comporta, possa sfuggire ai suoi doveri nei confronti della società. I rischi di chi acquista un immobile sono le possibili ipoteche, il fallimento del costruttore, le servitù, i nuovi piani regolatori che lo deprezzano, l’ingresso di abusivi che non si possono mandare via, le calamità naturali come terremoti, frane ed alluvioni, e qui mi fermo).



Nel nostro sistema paese le rendite catastali devono diventare oggettive, legate al valore reale dell’immobile, e quindi è essenziale ed urgente una riforma in tal senso del catasto.

I ceti meno fortunati devono in qualche modo essere protetti, quindi a TUTTI i cittadini proprietari di casa deve essere concessa una sorta di franchigia abitativa (o tutti hanno diritto a un certo numero di metri quadrati esentasse - diciamo venti a testa, trenta a testa? - oppure non devono nulla a Stato e Comune sino al valore dell’immobile pari a  50mila euro, oppure 100mila, basta che le norme siano uguali in tutta Italia, sulla quota si può trovare un accordo)

Come dovrebbero essere trattati alcuni casi particolari se fosse realizzata l’idea di giustizia tributaria immobiliare che difendo? Provo a fare esempi:

1.    Gli anziani titolari di una pensione minima e viventi in un’abitazione di proprietà o in usufrutto di piccole dimensioni e di valore modesto NON PAGHEREBBERO NULLA per il possesso, ed una quota molto bassa per le spese comunali. Spesso queste sono persone che ricevono già aiuti dal Comune sotto forme molto varie, come assegni di accompagnamento, assistenza ai pasti, riduzioni nei trasporti e così via. Se questo avviene in modo diverso in zone diverse d’Italia, significa che il federalismo fiscale che abbiamo scelto è ingiusto.

2.    Gli anziani titolari di una pensione minima e viventi in un’abitazione di proprietà o in usufrutto di buone dimensioni e di un certo valore dovrebbero pagare una tassa adeguata sia per il possesso che per le spese comunali. Se tuttavia  l’abitazione fosse di un certo pregio e le entrate non elevate sorgerebbe un problema, evidentemente. In questo caso tuttavia le soluzioni sono almeno due. Se non ci sono eredi nulla vieta di lasciare all’anziano la nuda prosperità ed i diritti di abitazione ottenendo quindi un capitale che questi può usare sia per vivere meglio sia per pagare le tasse. Se invece ci sono eredi che sperano di ottenere, quando verrà l’ora, un bell’appartamento e si arrabbiano se il loro congiunto anziano deve pagare tasse troppo alte, non devono fare altro che aiutarlo a pagare quelle tasse, poiché in futuro ne avranno un vantaggio diretto, che non deve essere a carico della comunità.

3.    Il proprietario di un immobile di lusso o di pregio, tolta la piccola franchigia che nel suo caso sarà una percentuale minima sul valore totale, dovrebbe pagare tasse sia sulla casa che sui servizi comunali molto elevate, cioè tali da sostenere molto più di altri il proprio Comune per tutti i servizi che questi fornisce, come assistenza agli anziani, ad esempio, o mense scolastiche, trasporti e quant’altro. Questo proprietario, che evidentemente possiede molti mezzi economici, ha tutto l’interesse a soffiare sullo slogan NO TASSE SULLA PRIMA CASA, e probabilmente non vota per un partito “proletario”. Ma è proprio quello che deve pagare più di tutti.

4.    Ci sono poi mille casi particolari, come ad esempio chi vive in affitto in una città, per lavoro o addirittura per emigrazione interna, ma possiede un’unica abitazione di proprietà in un’altra città. È ingiusto che quell’unica sua abitazione sia considerata seconda casa. Chi invece possiede due appartamenti modesti in comuni diversi, che sommati hanno un valore complessivo ben inferiore all’unico immobile posseduto da un altro contribuente si trova a sua volta svantaggiato da questa situazione impositiva.

E ci sarebbero troppi casi da esaminare, ovviamente, perché ognuno vede il proprio particolare, e non sempre si rende conto di ascoltare troppa propaganda  televisiva o di leggere i numerosi commenti interessati in rete o ancora di fare il gioco di imbonitori politici ricchissimi che hanno tutto l’interesse a difendere quanto hanno e a non dare il loro contributo alla società in misura adeguata alle loro fortune. Sono i più ricchi quelli che hanno più mezzi per non pagare.



Poi c’è il problema dei problemi in questo caso specifico, che è quello di sentirsi puntualmente trattati da sudditi e non da cittadini. Le norme in continua evoluzione, l’insicurezza sulle aliquote, le modalità ed i tempi di pagamento, le scadenze sempre ravvicinate, il clima di emergenza continua e la burocrazia demente che obbliga a perdere tempo e tranquillità, senza dimenticare le disuguaglianze di trattamento tra cittadini che appartengono a Comuni più ricchi o più poveri, decisamente anticostituzionale.



Ho dimenticato qualche cosa o sono stato impreciso? Non approvi parte o tutto quanto? Scrivilo nei commenti. Te ne sarò grato. Grazie di avermi letto


Pagare (e far pagare) le tasse sulla casa conviene, specialmente a quelli che hanno hanno più difficoltà economiche e ai ceti medi.  Agli altri un po' meno...

Dove ho già toccato questo tema nel blog:



                                                                                                                              Silvano C.©


( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

2 commenti:

  1. Ecco si. Se davvero ci fossero solidarietà e onestà ben gestite da un sistema corretto e non corrotto, allora ci sentiremmo orgogliosi di partecipare, ognuno secondo le proprie possibilità, alle spese che davvero sono necessarie per permettere a tutti di vivere con dignità in un paese che ha tanta storia alle spalle e che, purtroppo, è stato tradito e offeso dall'incura e la voracità dei disonesti. Il mondo in cui credi tu è lo stesso in cui credeva mio padre. Se oggi fosse qui avrebbe sofferto per la disonestà con cui hanno tradito la sua buona fede. Grazie per avermi ospitata in questa tua utile e onesta riflessione. Cinzia

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    1. si vive anche di ideali, Cinzia...la realtà da sola non può essere sufficiente. egrazie di avermi letto e commentato. Silvano

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