domenica 1 dicembre 2013

Luciano - Parte prima


A 10 anni, dopo un’ennesima lite scoppiata perché stanco di essere preso in giro da uno grosso quasi il doppio di lui, e finendo puntualmente pestato a sangue, Luciano decide che è ora di finirla di subire. A casa racconta una storia alla quale nessuno crede, sperando di evitare spiegazioni, e ci riesce.  La madre vorrebbe sapere, ma il padre, un medico affermato ed assolutamente contrario alla violenza di ogni tipo è anche un cultore dell’educazione libera, della necessità cioè che tutti i bambini hanno di imparare da soli, senza guide o limitazioni, e finge di credere alla sua bugia fermando le domande della moglie, pronte a sgorgare numerose. Risponde con una frase neutra al figlio, raccomandandogli solo di fare più attenzione in futuro.

Luciano farà sicuramente più attenzione, ne ha tutte le intenzioni. Ora deve solo cercare una vendetta adatta, senza rischi, almeno per lui, e non deve cercarla a lungo, perché l’occasione si presenta pochi giorni dopo quando l’attaccabrighe che lo ha picchiato sta per incrociarlo in bici su una stradina deserta. Lui finge di non accorgersi dell’altro che lo sta raggiungendo e quando è il momento giusto, con una mossa improvvisa si gira e lo spinge violentemente di lato, facendogli perdere l’equilibrio e mandandolo a sbattere con la faccia contro un muretto basso. La sua ferocia infantile non si placa però, e con un bastone raccolto in quel momento gli assesta alcuni colpi con tutta la forza che ha in corpo alle gambe ed alla schiena, lasciandolo a terra dolorante e in lacrime, urlandogli che devono piantarla, lui e gli altri, di dargli fastidio.

Per ora è soddisfatto, anche se non sa ancora che la cosa non sarà tanto semplice e non è per nulla finita. Infatti passa meno di una settimana, e, all’uscita di scuola, mentre pensa solo a tornare a casa perché ha fame, rischia di cadere in un’imboscata alla quale sfugge solo perché è veloce a correre e riesce ad infilarsi in un negozio che sa avere pure una uscita secondaria. Con la madre ci è venuto, qualche volta. Riesce ad arrivare a casa, salvo, ma ora ha paura. Ha riconosciuto i tre che lo aspettavano. Uno è quello che ha mandato col muso contro il muretto, gli altri sono due suoi amici che si divertono a dar fastidio a tutti. Gliela faranno pagare, è sicuro. Ma Luciano è altrettanto sicuro che vuole smettere di aver paura. E medita una nuova vendetta, stavolta preparata in anticipo, prima di dar loro modo di prenderlo. Visto che sa dove abitano, si concentra sul più debole dei tre, e pensa al modo di sorprenderlo da solo, e nell’attesa cerca di essere sempre accompagnato quando va o torna da scuola.

I suoi sono benestanti, vive in una bella casa, può uscire da tre punti diversi, se serve, spiazzando eventuali ragazzini appostati ad attenderlo. È da solo, ma è sempre più arrabbiato per la paura che prova, e questo lo fa diventare ancora più determinato. Trova uno stratagemma per isolare il bullo. Un compagno di classe, dalla sua parte, gli farà credere di aver trovato nella baracca nel giardino di una casa disabitata da alcuni mesi un paio di casse di fumetti. Lui pensa che poi, se quello si renderà conto che non ci sono, poco importa; potrebbero sempre essere state portate via nel frattempo. La trappola scatta come previsto. Il compagno passa la falsa informazione e la sua parte finisce lì. Il bulletto arriva furtivo, si guarda attorno, e, da solo, entra nella baracca, che è al buio, senza finestre. Luciano è pronto, con un grosso manico da scure senza la scure. È abituato al buio, mentre l’altro viene da fuori, e non vede ancora nulla. Quando riceve il primo colpo sulla spalla lancia un urlo, poi ne riceve un altro sul fianco, poi ancora sulla schiena e poi sulle gambe. Nessun colpo in testa. Il ragazzo rimane quasi senza respiro, e senza parole. Incapace di muoversi vede ora Luciano che si mette in posizione diversa per farsi vedere, ed è costretto ad ascoltarlo, mentre quello minaccia di continuare se lui non giura di piantarla per sempre di dargli fastidio, e di non dire a nessuno quello che gli è successo, a nessuno, e di raccontare una scusa, inventarsi qualcosa insomma per i lividi che gli resteranno. Ottenuta la promessa e la resa Luciano abbandona il manico e fa ritorno a casa.

Resta ancora da sistemare la faccenda con gli altri due, e non sarà facile, ma intanto ha iniziato a capire che anche chi fa la voce grossa o il violento può essere ripagato di uguale moneta, basta solo arrivare prima. E ha pure capito che un aiuto potrebbe fargli comodo, da solo non può pensare di sistemare la faccenda. Ora vuole arrivare al terzo del gruppetto, ma è quello più pericoloso, non il più grosso, ma il più cattivo, il più feroce. Quello gli fa paura sul serio.
Passano i giorni, non succede nulla, anche perché lui è estremamente prudente, e non si fa vedere in giro, ed anche durante l’intervallo, a scuola, resta sempre nel campo visivo degli insegnanti.
Oltre a Fabio, che lo ha già aiutato passando la falsa informazione, conosce un altro ragazzo che potrebbe fare al caso suo. È Tommaso, ha l’aria di chi non si interessa di nulla, poca voglia di studiare e molto solitario. È pure abbastanza robusto, cosa che non guasta. Ma non può avvicinarlo per chiedergli di aiutarlo a pestare un piccolo delinquente, e non sa come fare per raggiungere il suo scopo. Si avvicina come per caso, ed attacca discorso per primo, ma è l’altro che lo stupisce subito con una richiesta che inattesa.  Gli chiede se suo padre è medico, e dopo la risposta affermativa gli chiede se è vero che i medici hanno libri e fotografie con tante donne nude. Luciano, che ogni tanto ultimamente e di nascosto va a cercare esattamente quello nei libri di medicina, scoprendo così una raccolta di pubblicazioni artistiche di nudi femminili e anche maschili che suo padre tiene in un ripiano defilato dell’immensa libreria che ha nello studio, provando un piacere nuovo a guardare quelle immagini, cerca di non arrossire e si rende conto di aver trovato il modo per raggiungere il suo obiettivo.
Gli promette di invitarlo un giorno a casa per fargli vedere un libro pieno di foto di donne nude, una più bella dell’altra.  Nelle edicole del paese iniziano ad arrivare le prime riviste per uomini, ma i ragazzini non possono averle, e quello che si vede dalle poche copertine che si scorgono dietro i vetri serve solo a far crescere la voglia.
Ora Luciano sa che può tentare di chiedere quello che ha in mente. Gli propone di dargli una mano a picchiare uno più grande di loro, e se lo aiuterà lui farà in modo di fargli vedere tutto quello che vorrà.

Ha iniziato a ragionare in modo pericoloso, non più da ragazzino, e ancora non se ne rende conto, perché la rabbia e la paura lo spingono a crescere in fretta, mentre il padre volutamente ignora che tipo di esperienze da il figlio, quasi sempre impegnato fuori casa nell’ospedale della città vicina, e la madre, invece, che vorrebbe sapere ed è preoccupata, non osa contraddire il marito, e vive praticamente segregata in casa vedendo raramente solo la sorella, la zia Norma.
Luciano e Tommaso organizzano come cospiratori l’azione, e Tommaso si incarica di controllare i movimenti del nemico. Rientra a casa, quasi sempre puntuale, verso le sette di sera, e l’ultimo tratto del suo percorso costeggia un piccolo canale di scolo. La zona è poco frequentata, e molta vegetazione si presta come nascondiglio perfetto.
La sera stabilita entrambi sono pronti, dietro un cespuglio folto e scuro, entrambi armati con due grossi bastoni che li aspettavano nascosti da giorni tra le piante. Il ragazzo arriva e sembra che stia canticchiando, loro saltano fuori, i bastoni in mano, lui si spaventa, malgrado lo circondi la fama di cattiveria e coraggio, indietreggia, scivola sulla ghiaia e va a finire dritto nel canale di scolo di testa. Poco sotto il pelo dell’acqua un grosso sasso lo aspetta, e il ragazzo, battendo il capo, cessa di vivere all’istante. I due, soddisfatti del risultato ottenuto con poco sforzo e senza capire esattamente cosa è successo, buttano di nuovo i bastoni tra la vegetazione e scappano, ognuno a casa propria, senza che nessuno li abbia notati. Un ragazzo che corre non fa voltare la testa a nessuno, e potrebbe essere qualsiasi ragazzo a correre a quell’ora per andare a cena.

Il giorno dopo la tragedia è l’argomento principale delle discussioni in paese. Un ragazzo è scivolato in un canale ed ha battuto la testa, morendo sul colpo. La famiglia lo ha cercato, visto che non tornava, e meno di un’ora dopo il fatto lo hanno trovato, con solo la testa sotto il pelo dell’acqua.
Luciano vomita quando sente la notizia, non se l’aspettava, non era quello che voleva, la situazione gli è sfuggita di mano, e gli viene una febbre fortissima.
                                                                                                               (segue)
                                                                                   Silvano C.©


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