A Natale si può dare di più, essere più buoni,
toccare corde nascoste di umanità delusa e segnata dal cinismo e
dall’interesse, seguire gli spot pubblicitari interessati a vendere ogni genere
di bene, necessario a volte, superfluo spesso.
Io però sopporto sempre meno le grandi campagne
di raccolta fondi per la ricerca, per la cura di una malattia rara, per i
bambini o per chi è colpito da calamità dette naturali ma spessissimo causate
da un uso improvvido di quanto ci circonda.
Ad esempio non sopporto il ricchissimo
imprenditore o politico o addirittura il personaggio che vive di rendita quando
si erge a campione della solidarietà, cercando di guadagnarsi il paradiso non
restituendo alla società o ai suoi dipendenti quanto ingiustamente accumulato
in un abissale eccesso rispetto ai suoi bisogni ma facendo pubblicità alla
propria bontà e umanità. No grazie, sei troppo ricco, lo so, non lo dimentico,
e mi chiedo sempre come puoi pensare di fare elemosina invece di giustizia.
Negli Stati Uniti chi fa beneficenza addirittura
viene aiutato dal fisco, che in quel Paese notoriamente non è molto
condiscendente con evasori e furbi, tuttavia distorce un principio che per me è
fondamentale. La vera equità sociale non può essere appannaggio di un privato
illuminato, neppure nella patria del liberismo economico. La cosa poi che
giudico insopportabile è che i fondi “donati” possano essere indirizzati
secondo il desiderio di chi dona, vincolando quindi il Paese alle scelte
personali di pochi, e non alle reali necessità della popolazione. Io definisco
questo modo di donare “carità pelosa”, che ha ben poco di vera carità ma segue
un’egoistica visione del mondo nella quale chi ha i mezzi economici decide per
gli altri, anche per chi è stato regolarmente eletto come rappresentante del
popolo e dei cittadini.
Che altro aggiungere, ben poco, ma che pure io,
malgrado sia convinto di quanto ho scritto, qualche volta cedo alla beneficenza
ed alle richieste che mi arrivano da questo mondo spesso tenuto in vita dal
volontariato. La realtà non è mai quella che vorremmo, ma occorre adattarvisi.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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