Al bambino piaceva modellare con la cera colorata, il Pongo,
e ci costruiva di tutto. Auto e sommergibili, navi e carri armati. Giocava alla
guerra, e le formiche erano costrette a volte a fare da equipaggio alle navi
che si scontravano ed affondano in mari bacinella, affondando anche loro con le
loro navi, come succede a tutti i marinai. Era un po’ crudele, quel bambino,
come molti bambini, e se la prendeva solitamente con chi non poteva ribellarsi.
A volte tormentava il gatto di casa, o in estate rincorreva con i raggi
concentrati del Sole gli insetti che gli capitavano a tiro. Non sempre trovava
bambini della sua età e si ritrovava a giocare da solo, perché la mamma aveva
anche paura che si ammalasse a correre troppo, e quindi spesso non poteva
uscire.
Col Pongo costruiva eserciti che si combattevano, e dopo
tante battaglie i bei colori della cera da modellare pian piano si mescolavano
e non erano più i bei rossi, gialli, verdi o blu delle confezioni nuove, ma
otteneva una specie di grigio scuro, perfetto per costruire fortezze e macchine
da combattimento.
Una volta modellò un omino, ci giocò un po’ mentre
tormentava gatto e formiche, ma poi questo finì dentro una scatoletta a forma
di casa, ed il bambino se lo dimenticò sino ai giorni di dicembre, prima di
Natale. Aprendo quella scatoletta ricomparve l’omino, ed il bambino, tutto
eccitato, lo mise sul ponte di comando di una specie di ragno meccanico ad aria
compressa col quale si divertiva a svegliare il gatto quando dormiva
tranquillo.
L’omino fu testimone di molte piccole cattiverie, senza fare
nulla, semplicemente rimanendo fermo dove il bambino lo sistemava; non poteva
fare altro.
Una sera però, mentre tutti dormivano ed il fuoco nel camino
si stava lentamente spegnendo, l’omino si rese conto che poteva muoversi.
Chissà se lo aveva sempre potuto fare, forse non ci aveva mai provato prima. Si
spostò dall’angolo dove stava con gli altri giocattoli, si avvicinò al camino
ed alle sue braci. Avvertì il calore, piacevole, e camminò sino a quando iniziò
a sentire che i piedi si scioglievano. Lui continuò deciso, e una piccola brace
poco dopo in un guizzo lo toccò e il fuoco in un attimo lo fece sciogliere
tutto e lo consumò, lasciando solo una piccola macchia sulla pietra vicina alla
griglia che faceva cadere in basso la cenere.
Silvano C.©( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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