Chi ricorda l’imposta comunale sugli immobili,
la sua introduzione, la sua lenta soppressione per poi farla risorgere
mostruosamente cambiata?
A scanso di equivoci io dico subito che ero
favorevole all’ICI, per vari motivi, malgrado portasse un peccato originale che
col tempo, invece di essere emendato, è stato amplificato. Ma procediamo per
gradi.
Io credo che le imposte direttamente calibrate
sulla persona e non genericamente sui beni acquistati siano molto più giuste ed
eque, degne di uno stato moderno ed efficiente. Credo inoltre che pagare le
tasse sia un dovere primario di ogni cittadino, senza accampare nessun tipo di
scusa.
Qui occorre iniziare a spiegare meglio però, ed
entro quindi nei particolari.
Tassare il mio conto in banca è meglio che
tassare la benzina, il pane, i giornali, il teatro, i libri e il caffè. Il pane
che costa molto incide pesantemente su chi ha meno mezzi economici, mentre lo
stesso pane, per chi non sa come spendere i propri soldi, potrebbe costare 10 volte
tanto e non sarebbe un problema. Lo stesso dicasi per benzina e gli altri
generi citati.
Chi evade le tasse, o prende la residenza
all’estero ma rimane di fatto in Italia e fa affari con noi italiani o svolge
attività in Italia, o ancora esporta all’estero capitali, o svolge attività in
nero, legato che sia o meno alla malavita, per me, è un ladro. Usa in qualche
modo i nostri servizi, se non addirittura aiuti altrimenti destinati a persone
bisognose, senza pagarli, anzi, spesso lamentandosi che non sono degni di un paese
civile, e che è giusto non pagare le tasse perché lo Stato è il primo a non
rispettare il Patto Sociale. Serve ripetere che se TUTTI pagassero, l’aliquota
mostruosa che devono subire gli onesti o i tassati alla fonte scenderebbe a
livelli di altri Paesi più virtuosi, quelli nordici ad esempio? Nulla tuttavia
giustifica gli sprechi della gestione pubblica, i rapporti clientelari e
baronali, quasi dinastici, le assunzioni solo per opportunità politica, i
privilegi dei quali godono i nostri amministratori, ben superiori a quelli di
altri Paesi, e il pagare le tasse non implica che si possa poi sperperare o
rubare i soldi dei cittadini.
Ora io vorrei che tutti pagassero la tassa sulla
casa, a partire dalla prima, senza differenza alcuna quindi tra prima, seconda
o terza e così via, ma ad alcune condizioni molto chiare e precise:
1 – L’imposta deve tener conto di TUTTE le
proprietà immobiliari del contribuente, e deve essere versata nei comuni dove
queste proprietà si trovano.
2 – Deve essere fissato un tetto in modo che sino al valore di 100mila euro, ad
esempio di proprietà immobiliari complessive, nulla sia
dovuto (la soglia si può alzare o abbassare,
questo non è un problema, è il principio della franchigia adeguata e ragionevole che mi interessa)
3 – Il catasto deve essere uniformato e
aggiornato su tutto il territorio nazionale, evitando che immobili di pregio
risultino accatastatti come abitazioni popolari o che in centro si paghi meno che in periferia o
ancora che ogni Regione o Comune agisca di sua iniziativa.
4 – Il gettito deve andare totalmente ai Comuni,
senza quota per lo Stato, che ha altre forme di imposizione per soddisfare le
proprie necessità.
5 – Deve essere verificata la congruità tra
immobili complessivamente posseduti e reddito individuale. In altre parole un
impiegato dipendente senza altri redditi non può possedere una villa perché non
ha i mezzi per mantenerla, neppure se ereditata o regalata, e non deve essere
la comunità a sostenere il peso di gestione della villa in questione. Del resto, se io
vincessi ipoteticamente una Maserati, come potrei mantenerla e in quale garage
la potrei sistemare? Dovrei cederla, immagino, o cambiare attività in modo da
guadagnare abbastanza,
6 – Serve una forma di compensazione che renda
giustizia nel caso di chi, pur con un alto reddito, non possiade immobili, ma
viva in affitto o spenda in viaggi, auto ed altri beni. Oserei dire che pure il
risparmio, tolta una quota esente (stessa logica della franchigia già esposta), debba essere tassato, in forma simile. Una
sorta di patrimoniale su tutto quanto posseduto in immobili o altre forme
insomma, rivedendo privilegi e situazioni di comodo, come gli investimenti
all’estero, e combattendo i cosiddetti paradisi fiscali con un controllo incrociato di tutti nostri parametri fiscali, sanitari, professionali e familiari.
Ho detto tutto? Non credo. ma terrò conto di
ogni critica, modificando quanto ho scritto di poco chiaro, incompleto o
scorretto. Grazie per la lettura.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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