Il tempo passa, qualsiasi cosa se ne possa pensare e
comunque si agisca, fa maturare ed invecchiare, scorre e muta, e lo fa da
sempre. Luciano ha 15 anni, nessuno si permette più di dargli fastidio, ha
scelto di stare dall’altra parte, e sotto il viso delicato di adolescente
nasconde una spietatezza che ora è consapevole, ed è sicuro di poterla
controllare esattamente come controlla gli altri. Il figlio del medico non
desta sospetti in giro però, ha imparato ad agire facendo fare le cose a chi lo
segue, a ragazzi più deboli di lui e che ha conquistato poco a poco, facendosi
attento ai loro desideri ed ai loro bisogni. Sa essere amico o ricattatore, sa
ordinare o chiedere per favore, ed ora ha una banda di sette coetanei che sono
pronti e si fidano di lui. Sono finiti i giorni della paura. L’incidente che ha
portato alla morte quel ragazzo, anni prima, anche se non è e non era possibile
darne a lui la responsabilità, ha finito per accrescere, a suo favore, una
certa aria di mistero e rispetto.
I due bulli che sono rimasti e che un tempo lo deridevano
ora al massimo gli lanciano occhiate d’odio, ma nulla di più. Al liceo che
frequenta in città ottiene ottime valutazioni, e gli insegnanti sono tutti
convinti che sia portato per seguire le orme del padre. In famiglia i genitori
sono tranquilli: la madre è sicuramente meno apprensiva ed il padre è
soddisfatto di avere un figlio maturo ed a posto, contento di aver avuto
ragione a seguire le sue teorie educative.
In città tuttavia le cose vanno diversamente rispetto al
paese, occorre essere introdotti ed appartenere ad una certa società per
frequentare le persone che gli interessano. Lui viene da buona famiglia, ma è un
provinciale. Non è neppure nobile o molto ricco, ma solo benestante. All’inizio
quindi tutti lo guardano un po’ dall’alto in basso, e rimane tranquillo, in
attesa di momenti propizi. Le ragazze gli interessano, ma molte neppure lo
vedono, sembra trasparente. In paese ha avuto piccole avventure, ma lì era
tutto più facile. Ha perso la verginità con una più giovane di lui di un solo
anno, ma con esperienze che lui neppure si sognava, quando aveva da poco
compiuto i quattordici anni. Gli è piaciuto, ma non gli piaceva lei, e dopo
quella volta ha lasciato perdere. Ha continuato a masturbarsi come prima, un
po’ sulle pubblicazioni del padre ed un po’ seguendo la sua fantasia, ma senza
trovare occasioni di realizzare quello che immaginava solo con la sua testa. Ad
esempio gli capitava ogni tanto di ricamare su un episodio di pochi mesi prima,
quando stava seduto sul pullman che lo stava portando in città, e semplicemente
guardava fuori dal finestrino per distrarsi.
In un tratto dove la strada segue una curva, alzando lo
sguardo verso una casa distante forse cento metri, all’ultimo piano, aveva
visto all’interno di una finestra aperta, in leggera penombra ma visibile, una
donna, o una ragazza, nuda, immobile. La cosa lo aveva colpito, ma
evidentemente solo lui, attorno nessuno sembrava aver visto lo spettacolo,
durato del resto pochissimi istanti. Da allora non aveva mai più assistito a
nulla del genere, malgrado ogni volta che arrivava in quel punto del percorso
non perdesse di vista quella casa e quella finestra. Iniziò a pensare di aver
visto male, e allo stesso tempo a coltivare una sua morbosità segreta,
destinata a diventare uno dei punti fermi della sua sessualità.
Un’occasione per rompere il muro che lo circondava e lo
isola dai suoi compagni, al liceo, capita quando all’uscita, quasi senza
salutare nessuno della sua classe come al solito si incammina verso la fermata
del suo pullman. Una compagna che non lo ha mai sino ad allora degnato di uno
sguardo percorre lo stesso suo tratto di strada prima di svoltare verso casa
sua, ed entrambi, uno dietro l’altra ma ad una certa distanza, arrivano in una
zona meno frequentata. Lei improvvisamente viene avvicinata e poi spinta contro il muro da un paio di
ragazzotti che tentano di prenderle la borsa e poi scappare. Lui riconosce
queste cose, e le vede con un attimo di anticipo su tutti, quindi scatta quasi
contemporaneamente a loro. Si avventa su quello che gli mostra le spalle e con
un calcio alle gambe lo atterra e poi assesta un pugno in faccia al secondo,
che barcolla stupito e poi scappa, seguito subito dopo dal compare. Raccoglie
la borsa e la riconsegna alla compagna, la saluta e si riavvia verso la sua
fermata, senza girarsi indietro, lasciandola stupita e ammutolita in piedi in
mezzo al marciapiedi, mentre da dietro qualcuno ha visto la scena ed ha
iniziato ad urlare.
Il giorno dopo tutto cambia. Anna, così si chiama la
compagna, appena lo vede gli stampa un bacio sulla guancia, lo ringrazia, gli
spiega che i suoi vogliono vederlo e ringraziarlo, lo invita a casa sua quando
potrà andare, e Luciano, dentro di sé, scioglie uno dei tanti nodi che
rappresentano le cose che ha programmato di fare.
Adesso non è più trasparente, per nessuno, e pure
suo padre, medico stimato, improvvisamente viene scoperto dalla cerchia
esclusiva come appartenente alla buona società, quasi che prima fosse stato
solo un altro uomo. A volte basta poco, pensa lui, ma occorre saper cogliere
l’occasione, quando ti si presenta davanti.(Luciano - Parte terza)
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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