Le suffragette furono, nell’800, un movimento di donne che cercarono di ottenere il suffragio, cioè il voto. Già nel ‘700, l’anno della rivoluzione, vi furono donne che iniziarono ad affrontare il problema, come ad esempio Mary Wollstonecraft in Inghilterra o Olympe de Gouges in Francia, finita ghigliottinata per aver osato criticare Robespierre. Le donne inglesi vinsero definitivamente la loro battaglia solamente nel 1928, quando ottennero il voto per tutte, mentre la Nuova Zelanda lo aveva concesso già nel 1893.
Per venire alla situazione italiana, le donne poterono
votare solo dopo la seconda guerra mondiale, a partire dal 1946, e
contribuirono ad eleggere l’Assemblea Costituente e votarono anche per il
referendum che portò l’Italia a diventare una Repubblica.
Tra i paesi europei a noi vicini fa impressione, ad esempio,
che la civilissima Svizzera abbia concesso il voto alle donne solo nel 1971.
La possibilità di votare, in Italia, un tempo
diritto-dovere, oggi è solo un diritto, per il quale generazioni prima della
nostra hanno lottato.
Oggi, in una trasmissione, ho sentito che ormai il non voto
è inteso come nuova forma di voto, un voto di protesta, un voto contro tutto il
sistema politico insomma, mentre il voto normale sarebbe solo un voto contro un
avversario politico, e non un voto a favore di un’ideale, di una visione del
mondo, un voto di appartenenza insomma.
Ebbene, io sono della vecchia scuola. Prima di tutto voto e
voterò sempre. Secondo, voterò sempre per la mia idea, non contro un altro
partito o un altro movimento. A volte anche altri, mi rendo conto, dicono una
parte di verità ed ovviamente devo fare le mie scelte, non potendo votare
tutti. Sicuramente il mio voto andrà sempre a chi, nella mia opinione
personale, sarà dalla parte delle donne, dei deboli, dei giovani che cercano
lavoro e degli anziani che devono concludere dignitosamente la loro vita.
Voterò contro l’evasione fiscale, a favore della redistribuzione del reddito, a
favore dei diritti di scelta laici su temi come procreazione, eutanasia, ed
unioni tra adulti consenzienti, qualsiasi sia il loro sesso. Sono per una
educazione scolastica pubblica non confessionale, per una sanità pubblica
razionale e nazionale, senza cioè differenze di trattamento tra cittadini di
regioni diverse. Sono a favore di un sistema politico che non faciliti solo chi
è dotato di grandi fortune personali da spendere per influenzare gli elettori,
e vorrei che la televisione, pubblica o privata che sia, fosse maggiormente
sottoposta a controlli in modo da evitare una sottile e continua campagna
elettorale depistante a favore dei soliti soggetti.
Ecco, le suffragette lottarono per raggiungere il
riconoscimento delle donne come soggetti politici, non come semplici oggetti. Ora
sembra che quei tempi siano trascorsi inutilmente, vedendo quello che succede
nel mondo.
Aggiungo un solo invito, rivolto alle donne che leggeranno. Entrate in Wikipedia, servono donne in una struttura organizzata su base volontaria per scrivere e completare voci di un'enciclopedia che è solitamente la prima ad apparire nei motori di ricerca. Oggi la maggioranza degli estensori, in Italia, è costituito da popolazione maschile.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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