domenica 6 ottobre 2024

Una specie di vacanza

Quando le forze mancano per una concentrazione seppur minima e un malessere di stagione diventa opprimente, richiedendo attenzione e rispetto, il resto deve essere semplicemente sottoposto al quesito: ora o dopo? Molto finisce nel dopo, anche le abitudini che apparivano irrinunciabili. Quello che rimane è semplice sopravvivenza, il distacco dalle incombenze e l’abbandono alla pigrizia, alla lettura e al riposo. Si tratta, per così dire, di una sorta di vacanza dalla consuetudine e dalla ripetitività. Scegliere l’indolenza senza sentirsi obblighi. Il malessere fisico aiuta e non far venire sensi di colpa. Una brevissima uscita ogni giorno però non me la sono mai fatta mancare per venire dove tu non sei. Qualcuno pensa sicuramente che sia un idiota a fare e pensare questo, ricambio con cortesia. Ciao Viz. Alcuni giorni recenti potevano essere migliori, ma anche peggiori.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

mercoledì 2 ottobre 2024

Mi mancate

Certi giorni di più e certi giorni di meno, com’è naturale e come avviene a me. Sono i momenti di tristezza quelli peggiori, che superarli non è facile. Aspetto la sera come soluzione prima di andare a dormire poi temo i risvegli notturni e la ripresa del sonno, quando la mente lavora a modo suo e arriva dove decide solo lei. Ma poi basta un senso di dolore alle ossa e ai muscoli, una lieve alterazione della temperatura, che neppure misuro, per farmi sentire di più la tua assenza. Non solo la tua, lo sai, ma anche quella di mia nonna, per lo stesso identico motivo. Entrambe mi facevate sentire curato, accudito, ascoltato. Ma non ci siete più fisicamente a dirmi anche solo una parola, a darmi un consiglio. È solo questo che mi sento di dire, oggi. Va così. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

martedì 1 ottobre 2024

Dove mi porti, generale?

Salgo di notte, una notte estiva e con stelle che sembrano cadermi addosso, con una grossa auto su una montagna dell’Abruzzo. L’auto potrebbe essere militare, non ne sono certo, e non so neppure se sono io a guidarla o no. Semplicemente credo di confondere almeno due generali diversi vissuti in tempi diversi e schierati su fronti lontani tra loro. Nessuno mai visto né conosciuto oltre che sui libri. E non so neppure spiegare perché mi fanno materializzare alla guida, forse, di un’auto su tornanti in salita nell’Italia centrale, di notte. Mi mancano i viaggi notturni in auto, da un po' non ne faccio più, anche sui tornanti in montagna non lontani da casa ci salgo sempre meno. Ma mi mancano irreparabilmente i viaggi con te diretti verso l’altrove, curiosamente e in parte inconsapevolmente. Non sempre si arrivava dove e come si pensava, contava il viaggio, come dicono i saggi. Certo che contava quello, con la tua presenza, mentre consultavi una cartina che poi non si voleva ripiegare ammodo e mentre si discuteva. Magari poi eri solo tu che parlavi, come quella volta che mi raccontasti cose senza un vero senso per un bel po' prima che arrivassimo alla nostra meta, e quando all’arrivo ti chiesi cosa intendevi dirmi mi spiegasti semplicemente che continuavi a parlare per tenermi sveglio. Neppure tu avresti saputo ripetermi quello che mi avevi detto. Quindi, generale, lasciando da parte il suo ruolo da militare e scordando che potrebbe riassumere in lei più persone accomunate solo da mie letture recenti, grazie della sua strana visita sulle strade estive al buio in montagna. Il cielo notturno resterà sempre uno dei più bei misteri che possa mai aver ammirato, e immagino che anche chi amo possa nascondersi in quel cielo notturno stellato e sereno. Ciao, Viz.

                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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