Il primo anno nella caverna filò via liscio, finì in un attimo.
Il secondo iniziò come il primo, senza novità, né belle né brutte. E finì un po' più lentamente.
Il terzo iniziò ad essere ripetitivo. Le pareti erano le stesse, l’odore non cambiava, l’oscurità attorno era immutata.
Il quarto anno cominciò ad essere noioso sin dalle prime giornate. Non era cambiato nulla, appunto.
Il quinto anno ancora nulla di nuovo, stesse pareti, stesso odore, stessa oscurità a pochi passi. Nessuno però provava senso di claustrofobia perché nessuno aveva mai vissuto altrove o, per essere più precisi, nessuno ricordava di averlo mai fatto.
Verso la fine del sesto anno una parete sembrò più umida del solito. Era avvenuto un cambiamento, il primo dopo tanto tempo.
All’inizio del settimo anno la parete, che era diventata veramente più umida, iniziò a gocciolare. Divenne il principale interesse di tutti gli occupanti della caverna, che iniziarono a ritrovarsi sempre in quel punto, a commentare l’enorme novità, chi a presagire sventure chi a immaginare un futuro meraviglioso. Per mesi si scambiarono opinioni, e nessuno riuscì a dimostrare di aver ragione. La situazione iniziò a farsi problematica per la convivenza, che sino a pochi mesi prima era stata pacifica. Le diverse opinioni creavano divisioni e conflitti. Fu solo in un giorno imprecisato che, all’improvviso, la parete crollò e la caverna si aprì sull’esterno. Una donna si affacciò attraverso lo squarcio e le sue parole furono: “Si vede il cielo”
Ciao Viz, a volte poche parole bastano, altre volte non sono sufficienti lunghissime discussioni.
Io posso solo dire che il nuovo anno poco a poco prende possesso del territorio.
Tu non ti allontanare.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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