sabato 2 gennaio 2021

Conservare la memoria, la nostra memoria

Mi sembra sempre più illusorio mantenere il ricordo delle persone che ci hanno seguito nella nostra avventura della vita. Anche delle più importanti. Già un’amica mi diceva che io ricordo cose e persone che lei, di Ferrara, ha dimenticato. Forse è così, anche se penso che nel mio caso sia solo bisogno di ritrovare chi ero e dove ho vissuto. E ricercando, per forza di cose, riscopro piccoli spazi dove avevo messo da parte un giardino, una strada, un labirinto, una mensa gestita dalla Pontificia Opera di Assistenza (la POA), e tanto altro, tante persone…

Frequento sin da giovane i cimiteri e le certose, cambiando col tempo il mio tipo di interesse per quei luoghi destinati a mantenere vivo il ricordo di chi era vivo e, secondo me, lo è ancora, pur se in modo diverso. E anche in quei posti si tende a far sparire, lentamente o velocemente, chi vi ha trovato un ultimo rifugio.

Ma la cosa è mille volte peggio di così, in realtà. Spariscono edicole e librerie, perché nessuno compra più giornali e libri. Si creano gruppi social per non far chiudere una libreria, però non si entra più a comprare un solo libro, si preferisce farlo in rete, e magari neppure lì. Credo che sia meglio tacere se una libreria chiude ma non si intende comprarci nulla, ci si fa una miglior figura, sicuramente meno ipocrita. E così del resto chiudono tante attività nei nuclei urbani, una dopo l’altra, pensando che sia compito degli altri comprare mentre a noi basta fare un giro in centro e vedere i negozi aperti, protestando col comune se invece sono costretti a chiudere, dando la colpa ad altri.

E quando ci facciamo immortalare con una foto e poi la mettiamo in una nuvola (uno spazio libero in rete che tra non molto non ci sarà più accessibile?) oppure quando troviamo ancora notizie sul web che tra poco spariranno, tratti in inganno dalla bufala che lo spazio virtuale conserverà per sempre ogni informazione? Conservare costa, i server consumano energia, solo chi ha soldi li può mantenere. Sono spariti gli archivi di giornali italiani storici, o sono diventati accessibili solo a pagamento o per pochi. Non faccio nomi, ma chiunque può verificarlo con una ricerca. In certi casi non troverà nulla. Nel mio piccolo mantengo questo blog, su una piattaforma che mi ospita gratuitamente e non accetto pubblicità né cerco un guadagno economico. Ma non mi fido del tutto, e conservo in un mio archivio tutti i post sin dall’inizio. Se il blog sarà chiuso, io conserverò in una mia memoria privata (non in una nuvola) tutti i testi. Oltre non potrò arrivare sinché sarò in vita. E dopo potrò incidere ancora meno sulle cose.

A conti fatti, Viz, siamo destinati ad essere scordati, ma intanto ricordo.

                                                                          Silvano C.©   


    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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