Lo so, non serve ripeterlo ogni giorno, non
serve ma mi fa piacere, lo hai finalmente capito. Tardi, ma lo hai capito. Sapevo
che lo avevi capito da prima, lo sapevo, ma non gli davi l’importanza che gli
attribuivo io. Che ingiustizia, vero, non sapere quando e perché, non
apprezzare sino in fondo, guardare altrove, lontano, e non vicino? E non per
cattiveria o malafede, o quasi mai per quello, ma per una sete inestinguibile
di provare il nuovo, di sperimentare, di lasciarti andare ad inseguire piccoli
sogni o progetti nati a volte per caso, protetto dalla mia presenza.
E non passa giorno che non succeda, lo vedo. Ma
questo devi smettere di farlo. Pensami senza farlo. Forse credi che mi serva,
che ti serva, che poi ti permetta di sentirti meglio, ma occorre un’altra via,
non questa.
Ti ripeto ancora, ed ancora, che è importante
ricominciare. Io non posso andarmene anche se tu lo temi, e me ne sono già
andata anche se non lo pensi. Sono ovunque tu volga lo sguardo, mentre prima
ero in un luogo soltanto. Ho questo privilegio non invidiabile, ma è un vero
privilegio. È imperfetto e provvisorio, ma cosa non lo è tra quel che è umano?
E tu hai un altro privilegio: hai la
possibilità di ricominciare. Non dall’inizio, certo, e neppure senza limiti, ma
ricominciare sì.
Per ora non hai idee realizzabili? Ti verranno.
Continua a rendere reale quello che sognavamo assieme intanto, e cerca di
accorgerti di ciò che nel frattempo è mutato rispetto alla nostra idea iniziale.
Il tempo non si ripresenta mai abbigliato come te lo aspetteresti dopo l’ultima
visita. Segue rigorosamente la sua moda.
Grazie poi perché ogni tanto, quando passi,
guardi quella vetrina. Quella. Di quella bottega dove non intendi più entrare. Mi
piaceva quando ci entravi.
Silvano
C.©
(La
riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte,
grazie)
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