Non mi è concesso di tornare indietro nel mondo
conosciuto, in questo nel quale vivo. Anche voltarmi per rivedere il cammino
appena percorso è operazione di nostalgia, un inizio di ricostruzione storica,
esattamente come far foto e mandarle istantaneamente ad altri. Nulla posso
trattenere di attuale se non le parole di ora - le uniche possibili- o le
azioni che si sto svolgendo. Registrare è già falsare, trasformare da oggettivo
a soggettivo.
Tu mi guardi, nascosta dietro di me, e sei
attuale perché così voglio, ma non ho tue immagini di ora, e non posso averne. Non
posso vederti.
Andando avanti tu ti sei fermata, in un giorno
preciso, e mi hai lasciato proseguire rimanendo indietro (anticipandomi,
secondo un altro punto di vista). Ma tu sei fuori dal tempo mentre io ne sono
sempre schiavo, costretto mio malgrado a proseguire senza fermarmi. Se mi
guardo alle spalle ti rivedo, certo che ti rivedo, e ti parlo, mi ricordo di
quello che ti ho detto e mi hai detto. Non ricordo tutto però, quello non so
farlo. Meglio allora andare avanti e parlare con te ora, a volte con dolore (è impossibile
evitarlo ma è bene accettarlo con piacere, se è il prezzo).
Voglio andare avanti, visto che non posso
andare indietro. Inutile farmi bastonare come se fossi un somaro che non vuole
camminare. E allora cammino tanto, e camminando mi è più facile pensare a te. Oltretutto
non mi faccio distrarre dalla rete, come ora, e camminando disconnesso non
sento la necessità di curiosare sui social, non sento il bisogno di parlare con
altri, né in rete né fuori.
Aperta parentesi.
La rete è
positiva, i social sono positivi, malgrado Eco, Serra, Augias e moltissimi altri
pensino (o abbiano pensato) il contrario. Per me non una bolgia infernale dove
tutti si impegnano al peggio per far uscire solo veleno e rancore. Io mi chiedo
chi abbiano frequentato, che contatti abbiano avuto, cosa li abbia tanto
scottati o non permetta loro di capire che siamo esseri umani dentro e fuori
dai social. Forse semplicemente hanno (o hanno avuto) altro da fare e non si
sono mai addentrati in questi ambienti dedicandovi il tempo necessario. Io non
frequento persone cattive o rancorose in modo irrazionale o totalmente
negative.
Qualcuno,
lo ammetto, non è sempre condivisibile. Qualcuno continua a punzecchiare sul
piano politico con argomenti secondo me sbagliati. Tuttavia è normale avere
idee diverse, non posso pretendere di avere l’esclusiva della ragione. Quasi un
anno fa ho chiuso con tre persone dopo una discussione sul referendum, e non
per il fatto che la pensavamo diversamente, ma perché mi ritenevo non capito e
trattato con scarsa sensibilità in un periodo per me drammatico poi concluso in
modo tragico. Solo con una di loro poi ho rigettato un ponte, in modo forse
timido rispetto a prima, mentre le altre due sono state superate dagli eventi. Non
mi pento assolutamente di quello che ho deciso in quei giorni, perché mi comporterei
oggi allo stesso modo. Ma neppure loro sono persone negative, assolutamente,
semplicemente non ci siamo capiti. Un saluto, ora, a distanza e senza rancore. Chiusa
parentesi.
Dicevo che voglio-devo andare avanti, che non
ho alternative. Tu del resto non ne hai avute quando sei arrivata alla fine. E credimi,
ti avrei fatta tornare indietro. E ti credo quando, ora, mi dici che torneresti
indietro. Tu vedi senza tempo, sei completa e possiedi il presente continuo,
ininterrotto, ed io ti vedo così. Sei bambina e donna, e anche altro, il bello
ed il brutto che hai avuto, che ti ho dato, che ti abbiamo tutti dato, che ti è
toccato.
Ho molta paura di perdermi in qualche vicolo
cieco andando sempre avanti, vorrei avere tempo per capire meglio, ma non mi
viene concesso. Vorrei sentirti ancora fisicamente dirmi cosa evitare, cosa
scegliere. E questo non puoi farlo più. Ma in qualche modo, dietro di me,
nascosta, ti sento.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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