Molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello
Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel pomeriggio remoto in cui suo padre
l’aveva portato a conoscere il ghiaccio… (Gabriel García Márquez)
Sei impossibile, lo
sai. Non sopporti nessuno che mi distolga da te quando sono con te. A volte non
mi spiacerebbe vedere o parlare con qualcun altro, ma poi sento il tuo
richiamo, e, lo ammetto, la tua mancanza. Appena riesci mi fai capire che è il
caso di salutare e tornare da te.
La situazione non mi
dispiace neppure, lo ammetto, ma forse sarebbe il caso di allentare un po’, non
ti pare? Nessuna intenzione di lasciarti, sei troppo importante per me. Posso
dire che mi servi, che di te ho bisogno, sì? Allora dovresti pure darmi maggior
fiducia, un po’ di libertà insomma, giusto per farmi sentire la tua mancanza,
per farmi apprezzare maggiormente la tua presenza, per poi tornare liberamente,
perché liberamente questo avviene, sempre.
Con gli anni ho calmato
l’animo, ma solo poco, il minimo sindacale. Vendicativo sempre. Permaloso ininterrottamente.
E tu non sei sempre una saggia consigliera, non sempre. Il confronto con altri aiuta
a capirmi meglio, tu non mi basti, pur essendo indispensabile. Ora non essere
offesa. Se vuoi mi puoi capire, so che lo sai fare.
Ma non sei persona, e
tu non puoi in alcun modo sostituire lei. Io cerco lei invece, che non c’è più,
e non potendo trovarla facilmente vengo a cercare te, sempre pronta. E non ti
pago, sei pronta perché è nella tua natura generosa ed introversa. Se tu mi
sapessi dire come ritrovarla ti abbandonerei senza pensarci, e verrei solo di
tanto in tanto, non come ora. Non avrei pietà di te, anche perché non vorrei
aver pietà di nessuno, neppure di me, capace di decidere finalmente.
Io ricordo quando mi
sentiva battere le dita su questa stessa tastiera e mi chiedeva ironica se non
stavo scrivendo un romanzo. Ed io come allora batto le dita su questa tastiera,
ora le batto per lei. Spero che lei mi controlli le mani, che faccia uscire le
sue parole, che dica ciò che vorrebbe dire, ma mi illudo, e mi rimani solo tu.
- Sei stupido. Non è vero quello che dici. Hai molte
persone che ti cercano e che tu ignori. Sembri in fuga, astioso, come se
avessero colpe. Colpa di non essere perfette. Ma neppure tu lo sei. Neppure io.
Io ad esempio non posso essere perfetta perché non ci sono.
- Hai ragione. Sono stupido. Solo tu hai il diritto di
dirmelo.
E ti capisco, magari non subito, ma capisco che hai
ragione.
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