Il mio presente, oggi,
stanotte, ora, non è quello che vorrei, non è perfetto, non è il mio ideale. Quello
che mi fa rabbia, lo ammetto, è che quando ripenso alla perfezione, che so di
aver sfiorato, e non per merito mio ma tuo, non l’ho riconosciuta. O forse sì,
e poi l’ho scordata, o l’ho persa di vista.
Rivedevo poche ore fa alcune
mie foto, foto con te, foto di te. E la rabbia è montata, con la nostalgia, il
mio enorme senso di inadeguatezza e di incapacità di apprezzare. Ti ho vista
felice, ma anche tesa, e bellissima, lasciatelo dire. Te l’ho detto troppo
poco. Nel bene e nel male, è una formula che pare si usi. Ed abbiamo avuto bene
e male.
Tralascio quello che
per alcuni è ovvio, affido molto al non detto, preferisco lasciare intuire cosa
può succedere nella testa di uno stupido come me che non è mai soddisfatto di
nulla. E le situazioni mutano, il tempo passa e trasforma la mente ed il corpo.
Entrambi. E malgrado questo ti rivedo ovunque e non ti vedo più.
Avevo tante cose da
dirti, ora, e non posso più. Te le dico lo stesso. Non queste che scrivo, ma
altre, queste sono soltanto un mio promemoria, nulla di più. Queste sono il mio
legame.
A volte una frase che
mi dicono e mi fa ricordare mi fa bene, e sorrido. Altre volte la stessa frase
mi ferisce. Chissà a cosa penso, e come scatta, o come si controlla. Ed io che
pensavo che parlandone semplicemente tu potessi tornare. Illusione irrazionale,
ovviamente. Ognuno elabora come può, come gli è concesso, come è costretto,
secondo regole che si assomigliano ma non son mai esattamente le stesse. O così
sembra.
Eppure ti ho
trattenuta, più del solito, illudendomi. E non è servito. Molto altro non
serve, probabilmente, ed io continuerò ugualmente a farlo.
Neppure io sono
perfetto, tantomeno ideale.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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