Nessuno dice mai la
verità definitiva, malgrado tutti gli sforzi che può investire per raggiungere
questo fine. Neppure io, ovviamente.
Nessun partito o
movimento politico, né quelli a me vicini né quelli che mi sono lontani, e che
rifiuto con tutto me stesso, avrà mai una posizione completamente condivisibile
perché basata su osservazioni oggettive e considerazioni conseguenti. Ogni linea
politica è di parte, appartiene alla sfera delle scelte, rientra nel paradigma
di un mondo ideale e possibile.
La scienza non è vera,
mai. È la proiezione nel presente di ciò che abbiamo raggiunto e capito, è
diversa dalla verità che sapevamo ieri, e sarà superata tra breve, in una
ricerca continua e destinata a scavare senza mai raggiungere il fondo.
La fede forse è vera,
per chi la possiede. Ma anche su questa vi sono posizioni non coincidenti tra i
fedeli delle varie parti del mondo. Ognuno è legato in modo soggettivo alla
propria cultura di nascita o di adozione.
E ogni scrittore pensi
che sia onesto e sincero sino in fondo? Non potrebbe neppure se volesse. Molti si
avvicinano al nostro cuore, sanno capirne la meccanica, sanno analizzare la
realtà meglio di quanto possono raggiungere coloro che usano modelli matematici
generati da algoritmi parziali, perché non possono considerare ogni variabile. Un
poeta è più ancorato al reale di un saggista, e il motivo è legato alla sua
fantasia ed al suo animo, che sanno superare i limiti dell’oggettivo. E tu
leggevi narrativa, quasi mai saggistica. Nessuno degli autori che hai letto però
ha mai scritto la verità.
Onesto e sincero non lo
sono certamente io. Politicamente ho troppi dubbi e mi è difficile credere sino
in fondo anche a chi, alla fine, offro il mio voto. Nella verità scientifica ci
credo con tutti i limiti del caso, cioè sapendo che è mutevole. Non ho fede,
quindi su questo sono spiazzato. Non sono neppure uno scrittore, anche se
scrivo. Come non sono un alpinista anche se vado di tanto in tanto sulle Alpi, né
sono un artigiano anche se mi dedico al bricolage e faccio da solo alcuni
lavori in casa.
Scrivo quello che mi
porta il ricordo, il desiderio di sintetizzare o formalizzare, una sensazione o
un momento di rabbia o di piacere, per condividere e, allo stesso tempo,
rileggermi e capirmi. E scrivo nascondendo quello che ho scordato o rimosso o che
non voglio ammettere e confessare. Cerco consolazione e riparazione, tento di
restituire giustizia. Se fossi Dio modificherei alcune mie scelte che ti
riguardano, ti vorrei molto più felice e graziata da una vita lunga,
lunghissima. Se fossi Lui le cose per te sarebbero andate in modo diverso, e mi
sarei costretto a dire o fare altro, senza farti pesare i miei malumori. Avrei accettato
i problemi economici senza aggiungere alle tue preoccupazioni anche le mie, perché
non erano colpa tua, ma frutto di malafede di persone squallide. Ora saresti
con me, a decidere cosa cucinare per pranzo, o magari a passeggiare in una
città lontana. Se fossi Dio ora tu saresti qui. Ma questo, lo vedo, non è vero.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.