Non è corretto chiamarla festa perché si tratta,
secondo i dizionari, di commemorazione, ma festa mi piace di più.
Io non
commemoro assolutamente nessuno in un giorno destinato dal calendario alla
commemorazione, o almeno non commemoro nessuno più del solito, più di quanto
già non faccia praticamente ogni giorno e da sempre, sin dai miei anni giovanili. Non credo poi in un giorno specifico nazionale o internazionale
dedicato al ricordo o alla riflessione, tuttavia li ritengo tutti necessari,
come minimo per non lasciare cadere l’importanza dei temi portati di volta in volta all'attenzione. Quindi mi vanno bene la
Giornata della Memoria, il Primo maggio, il 25 aprile, la Giornata
internazionale della donna, e, ovviamente, pure la celebrazione prevista per il
prossimo giovedì 2 novembre dedicata ai defunti, ai nostri morti, a tutti i
morti.
Per me dovrebbe essere anche, in parte, una
festa, una vera festa. Vorrei che sparisse ogni alone lugubre, ogni
collegamento funesto o per alcuni portatore di malaugurio. Difficile sorridere con animo
leggero, quasi impossibile per me, ma vorrei raggiungere la capacità di
convivere ora e qui con chi ho perduto. Come se fosse ora e qui accanto a me,
esattamente come avveniva poco fa, o qualche anno fa.
Io sono certamente un po’ morto, dentro, perché
ogni perdita che ho subito mi ha reso più povero, più solo.
E chi se ne è andato è rimasto senza dubbio un po’
vivo, almeno dentro di me. Io e chi se ne è andato insomma abbiamo qualche
punto di contatto che resiste, e in questa terra e in questo tempo di confine io ci vedo perfetta
una festa, un incontro, diluito per tutti i giorni dell’anno.
Trovo ingiusto limitare ad un solo giorno la
memoria, è sbagliato festeggiare un solo giorno.
Quanto vorrei cimiteri adatti a morti e vivi,
dove si possa sostare e magari leggere, o passeggiare e vedere non solo tombe,
mausolei e lapidi, ma anche fiori ed alberi, piccoli corsi d’acqua, qualche
museo, magari animali. Non luoghi freddi ma caldi, densi di vita, di giochi di
bambini come nei parchi, di nuovi amori che nascono, di ragazzi che studiano e
di vecchi che vanno e si sentono a contatto con i loro cari, e da loro prendono
energie per continuare a vivere.
Ecco. Io prima pensavo a questo, ben sapendo che tu
nei cimiteri non ci andavi volentieri, come non ci viene volentieri nostro
figlio. È giusto che qualcuno la pensi diversamente, mica ne faccio una
questione vitale.
Io quindi ti tengo qui, ancora qui, anche se
pensi di essere lì, dove non ti piaceva andare.
Ciao, Viz. Ti mando un sorriso, se ti sei fermata troppo lì.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
Sarà anche la nostra festa, presto, tardi, non sappiamo ma di questo abbiamo certezza...a me piacerebbe mi posizionassero rivolta a est, vorrei veder sorgere il sole, vorrei poi stare a guardare chi va e chi viene, chi si ferma a salutare, e chi a commentare...vorrei vedere chi fa come son solita fare, stare con chi è già partito a parlare.
RispondiEliminabello questo...grazie