giovedì 26 ottobre 2017

la festa dei morti, che tra poco (o tanto) sarà pure la nostra festa




Non è corretto chiamarla festa perché si tratta, secondo i dizionari, di commemorazione, ma festa mi piace di più. 
Io non commemoro assolutamente nessuno in un giorno destinato dal calendario alla commemorazione, o almeno non commemoro nessuno più del solito, più di quanto già non faccia praticamente ogni giorno e da sempre, sin dai miei anni giovanili. Non credo poi in un giorno specifico nazionale o internazionale dedicato al ricordo o alla riflessione, tuttavia li ritengo tutti necessari, come minimo per non lasciare cadere l’importanza dei temi portati di volta in volta all'attenzione. Quindi mi vanno bene la Giornata della Memoria, il Primo maggio, il 25 aprile, la Giornata internazionale della donna, e, ovviamente, pure la celebrazione prevista per il prossimo giovedì 2 novembre dedicata ai defunti, ai nostri morti, a tutti i morti.

Per me dovrebbe essere anche, in parte, una festa, una vera festa. Vorrei che sparisse ogni alone lugubre, ogni collegamento funesto o per alcuni portatore di malaugurio. Difficile sorridere con animo leggero, quasi impossibile per me, ma vorrei raggiungere la capacità di convivere ora e qui con chi ho perduto. Come se fosse ora e qui accanto a me, esattamente come avveniva poco fa, o qualche anno fa.

Io sono certamente un po’ morto, dentro, perché ogni perdita che ho subito mi ha reso più povero, più solo.
E chi se ne è andato è rimasto senza dubbio un po’ vivo, almeno dentro di me. Io e chi se ne è andato insomma abbiamo qualche punto di contatto che resiste, e in questa terra e in questo tempo di confine io ci vedo perfetta una festa, un incontro, diluito per tutti i giorni dell’anno.
Trovo ingiusto limitare ad un solo giorno la memoria, è sbagliato festeggiare un solo giorno.

Quanto vorrei cimiteri adatti a morti e vivi, dove si possa sostare e magari leggere, o passeggiare e vedere non solo tombe, mausolei e lapidi, ma anche fiori ed alberi, piccoli corsi d’acqua, qualche museo, magari animali. Non luoghi freddi ma caldi, densi di vita, di giochi di bambini come nei parchi, di nuovi amori che nascono, di ragazzi che studiano e di vecchi che vanno e si sentono a contatto con i loro cari, e da loro prendono energie per continuare a vivere.

Ecco. Io prima pensavo a questo, ben sapendo che tu nei cimiteri non ci andavi volentieri, come non ci viene volentieri nostro figlio. È giusto che qualcuno la pensi diversamente, mica ne faccio una questione vitale.
Io quindi ti tengo qui, ancora qui, anche se pensi di essere lì, dove non ti piaceva andare.
Ciao, Viz. Ti mando un sorriso, se ti sei fermata troppo lì.

                                                                                                  Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

1 commento:

  1. Sarà anche la nostra festa, presto, tardi, non sappiamo ma di questo abbiamo certezza...a me piacerebbe mi posizionassero rivolta a est, vorrei veder sorgere il sole, vorrei poi stare a guardare chi va e chi viene, chi si ferma a salutare, e chi a commentare...vorrei vedere chi fa come son solita fare, stare con chi è già partito a parlare.
    bello questo...grazie

    RispondiElimina

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana