sabato 21 ottobre 2017

Amo, amavo, amerò




Il mio presente è confuso nei tempi, non è solo imperfetto come dicevo poche ore fa. Mi sto vedendo parzialmente al di fuori del tempo. Non perché mi senta superiore in qualche modo o dotato di nuovi poteri o improvvisamente invaso da una magnifica e gioiosa incoscienza capace di superare i miei limiti. Niente di tutto questo. Forse si tratta di semplici desideri combinati e convergenti. E poi, si deve sapere, è un esercizio antico al quale mi dedico da troppi anni quello di uscire da me e immaginare cosa avverrà, come sarò, quali pericoli o situazioni dovrò affrontare in futuro e guardarmi come se fossi un altro. Negli ultimi tempi questa mia tendenza mi capita di declinarla con altri scopi, più vicini al consolatorio ed al superamento di un ostacolo che rifiuto di superare. E l’avverto più frequente.

Ecco allora che, pur ammettendo di non aver mai capito e di non capire ancora cosa vuol dire amare, e che di questo sentimento io ne vivo una versione ridotta e semplificata, in ogni caso non generalizzabile, mi ritrovo a vivere nel presente il mio amore passato e anche quello futuro, oltre all’amore di oggi. Amore in senso ampio e amore riferito a te, ché le due cose sono inscindibili, specialmente adesso. Non ne so nulla con certezza ma ne intuisco la dimensione e la natura.
Non scordo nessun altro tra chi ho perduto e tra chi ancora mi resta, né faccio confusioni di intensità al riguardo. Possiedo mie opinioni radicate sul tema, non inamovibili, certo, tuttavia modificabili con difficoltà e resistenze. E quando mi rendo conto di un errore commesso tento di superarlo con pesanti sensi di colpa, conscio finalmente di aver portato dolore con la mia ottusità e con l’incapacità di vedere, e anche per la mia pietà raramente attiva.

Del resto io non dedico pietà a chi amo, non misuro l’amore.
O è presente, quindi nulla mi pesa, o non c’è, ed allora posso anche provare questa pietà, ma con una minor partecipazione emotiva, in modo distaccato, razionale e non di cuore. Per fortuna sono pure impulsivo, e questo mitiga un po’ il mio clima interno, altrimenti decisamente continentale e rigido. Non credo si possa amare con l’intelligenza. Non credo neppure che si possa smettere di amare una volta iniziato a farlo. L’amore è mutevole, l’ho capito a mie spese, ma una volta che si è presentato poi non smette più di importunare. Si maschera magari, tanto per simulare altri sentimenti, e lo sa fare, ma in realtà prende semplicemente in giro la nostra razionalità. Infatti non si riesce a spiegare. Io non so spiegarlo.
Ci provo, come ora, e mi perdo in cose inutili, per distrarti, come ci provo sempre, per farti aspettare una mia conclusione, una mia ammissione chiara. Vuoi che ti dica che hai ragione, che avevi ragione ed avrai ragione?



Se mi serve a trattenerti non te lo dirò mai.
PS. Ricordi il 5 gennaio del 2010 a Bolzano? Era un martedì.

                                                                                                  Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

1 commento:

  1. la cosa più terribile della vita è il dover accettare, il dolore accettare, il rimpianto accettare, la partenza accettare, il distacco accettare, la mancanza...è terribile che l'uomo debba nella sua vita fare. grazie sempre.

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