lunedì 6 luglio 2015

Euro-pa



Sono stanco, preoccupato, e abbastanza demoralizzato. Ho l’impressione che tutti, allegramente, per un fatto di principio, stiamo imboccando il vicolo senza uscite dello scontro tutti contro tutti, ognuno a proprio vantaggio, solidarietà e lungimiranza zero, attaccamento alle proprie idee, certo, come è naturale, ma disponibilità a cercare intese di compromesso manco a parlarne.

In un clima di scontro nazionalistico, di richieste e ripicche, di alleanze per interesse di bottega e non ideale, siamo arrivati, in Europa, a far scoppiare due guerre mondiali e ci siamo deliziati con venti anni di fascismo (in alcuni Paesi ci hanno preso gusto, ed hanno fatto il bis).

L’idea iniziale di Europa unita voleva preservarci da queste immani tragedie, allontanarle per sempre da francesi e tedeschi, inglesi e italiani, greci e olandesi. L’abbiamo capita quella lezione di civiltà? Abbiamo onorato il premio Nobel per la pace ottenuto dall’Unione Europea nel 2012? (Non rispondere, sono domande retoriche).

Oggi la fanno da padroni, letteralmente, predicatori di odio, osannatori dei più biechi istinti della bestia che è in noi, sempre pronta ad uscire (ed io non vorrei essere bestia - mi perdonino gli animalisti - ma uomo), e chi tenta un dialogo, invita al dialogo, alla prudenza, non ha successo. Non fa “audience”, e non vale una interruzione pubblicitaria tanto gradita ed ap-pagante. 

Avevamo una “”Signora” (nel senso migliore del termine, di grande persona cioè)  Ministro degli Esteri, Emma Bonino, una donna con le palle, con esperienza, intelligenza, capacità dialettica e conoscenza del mondo diplomatico. L’avevamo.

Ora la maggioranza dei politici europei, italiani e greci in testa, ma seguiti alle spalle da tutti gli altri, appiccicati stretti stretti, praticamente un pari merito, se a nessuno vengono battute peggiori e volgari, la maggioranza dicevo, pensa al proprio elettorato, esclusivamente a quello. Nessuno o quasi che si assuma la responsabilità di scelte anche dolorose ma utili, alla distanza. Nessuno lo fa perché teme (è certo) di non essere rieletto. Se potessero credo farebbero un referendum pure sulle tasse. Giusto per dimostrare quanto ascoltano il popolo, quanto sono democratici.

Ecco, ho elencato i motivi del mio pessimismo dopo l’allargamento forse eccessivo dell’Unione, dopo aver accettato una moneta unica, l’Euro, senza aver prima una politica europea unica, e di aver accettato pure che alcuni paesi importanti scegliessero di stare un po’ dentro ed un po’ fuori, come la Gran Bretagna, orfana di tanto impero ma non della sua aborme “autostima”.
Il colpo finale potrebbe essere stato questo tira e molla infinito tra Grecia e resto dell’Europa (manco fosse un’amichevole sportiva per beneficenza) con il passaggio non indolore del referendum, che rischia di dare idee insane di imitazione a tanti che da tempo, ovunque, non aspettano altro che una occasione per dividere, una volta per tutte, questi rissosi europei, e fare in modo che ognuno, letteralmente, se ne resti a casa propria.
Dimentichiamo le generazioni di Erasmus. Quello era ieri, quella era la speranza, quella era la mia Europa.


                                                                                                                         Silvano C.©   

( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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