Alte e fresche cime, luoghi di vacanza tra i monti,
passeggiate tra le ombrose piante dei boschi (possibilmente non in zone ora frequenatate
dall’orso, che l’idiozia o la poca previsione umana hanno reintrodotto in aree
dalle quali era scomparso, ed evidentemente una ragione ci sarà stata).
Allegri campeggi, grida lontane di bimbi che giocano in
spiaggia, amici che in pochi minuti finiscono un’anguria di dimensioni
colossali, e poi, la sera, una passeggiata nel vicino paese, a comprare piccoli
oggetti di artigianato locale, cose senza un grande valore, ma non prodotte in
serie in paesi orientali. E poi, anni dopo, la notizia che quello stesso
campeggio, quello dove tu hai trascorso ore felici, è stato travolto dalla
fiumara, è stato spazzato via dall’incoscienza di chi ha costruito dove, da
secoli, l’acqua passa per andare al mare, non regolarmente, certo, altrimenti
non sarebbe una fiumara, ma ci passa, perché quello è spazio suo.
Spiagge lunghe, con zone attrezzate ma con lunghi tratti
liberi, ancora selvaggi e con la vegetazione mediterranea densa di odori, sopra
le piccole dune, o accanto alla scogliera. Pochi anni dopo, solo pochi anni,
tutti gli spazi liberi spariti, ovunque ginnastica in acqua a suon di musica a
volume impossibile, distese di ombrelloni di tanti piccoli lidi forse abusivi,
e cellulari che hanno sempre campo, costantemente in rete, mentre, nella mia
memoria, in quel luogo non arrivava neppure il segnale televisivo.
Una casa forse nobile, comunque antica, con mobili grandi e
scuri, tappeti, tende, stoffe con un odore loro, una consistenza strana e
sconosciuta di seta. Aprire per curiosità un armadio, trovare abiti, anche
femminili, di almeno venti anni prima. E la strana ebbrezza di indossare quegli
abiti, immaginarsi donna, ammirarsi allo specchio, e poi, sperando che nessuno
abbia visto, nessuno se ne sia accorto, far tornare ogni cosa al suo posto.
Anche quello è uno spazio della memoria, non è più reale, è stata una vacanza
sull’Appennino, a Fiumalbo, altrove nel tempo e nello spazio.
Forse, in realtà, è solo il calore estivo a far scattare i
ricordi, o la nostalgia.
Silvano
C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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