Capita di discutere, capita a tutti, su temi di ogni genere.
Già in passato ho tentato di scrivere una sorta di decalogo minore
sull’argomento, nel senso che allora (Circa quattro anni fa, e quel vecchio post lo trovi qui) toccai 9 punti, e non 10 (Posso avere manie di grandezza, ma
non sino a questo livello).
Non sempre io per primo mi ci adeguo, a quei 9 punti, e recentemente
mi è capitato varie volte di verificare come allora non sia stato esaustivo,
quindi voglio raccontare alcuni episodi.
Sempre più frequentemente, anche solo camminando per strada
o facendo la spesa, mi capita di sentire commenti riferiti al sottoscritto. Se
ho tempo mi fermo, e tento di capire, di spiegare, e anche di lasciar perdere,
se vedo che il caso non merita, non senza però aver chiarito la mia posizione.
Devo dire che quasi mai trovo interlocutori in grado di spiegare sino in fondo
la loro posizione, o di chiedere scusa, se occorre. Ma vengo ai singoli casi,
tanto per raccontare.
Molti mesi fa, prima che il nostro condominio si dotasse, a
spese nostre, di un’isola ecologica chiusa a chiave per evitare che da tutta
Rovereto venissero da noi a buttare i rifiuti (che devono essere smaltiti con
norme precise, pagando, se è il caso, anche per avere sacchetti per la raccolta
non differenziata), discussi con tante persone che fingevano di non capire.
Buttavano nei nostri cassonetti quello che non volevano nei loro, e non c’era
verso di farli ragionare, semplicemente facevano i furbi o i non informati, e
non di rado mi offendevano pure. Il nostro condominio poi, più volte, a nostre
spese, ha dovuto smaltire di tutto. Una sola volta ripresi una signora, tra
parentesi del condominio accanto, e le feci notare, usando l’educazione e la logica, che i suoi bidoni erano
altrove, ben chiusi a chiave, mentre lei usava i nostri, cosa che non le era
permessa. Fu l’unica che, dopo il primo
scambio di battute, ammise che avevo ragione, e chiese scusa. Ad altri fui io a
farlo notare, in seguito, quando chiesi loro se avevano avuto le chiavi
dell’isola ecologica. Alla loro candida ammissione che no, non l’avevano avuta,
perché non abitavano nelle nostre palazzine, ebbi la mia rivincita, e mi bastò,
perché furono costretti ad ammettere che sino a quel momento avevano fatto i
furbi.
Un’altra volta stavo camminando per strada, sul marciapiedi,
e prima di attraversare, sulle strisce pedonali, guardai se arrivava qualcuno.
Un ciclista, sprovvisto anche di campanello, mi fischio, come ad invitarmi a
fare attenzione, perché lui stava per arrivare. (come se non fosse stato
esattamente l’opposto, cioè lui a dover fare attenzione, ed a darmi la
precedenza). In pochi minuti mi ritrovai con lo stesso ciclista nella rivendita
di giornali dove entrambi eravamo diretti. Mi venne naturale una battuta, per
buttare la cosa in ridere - “Abbiamo rischiato lo scontro, no?” dissi, più o
meno, in tono calmo e pure sorridente. Lui però rispose piccato, forse
infastidito, e più o meno disse: “Se tutti fanno così ecco perché l’Italia va
male!”. Bene. Non me l’aspettavo una risposta simile, del tutto gratuita poi.
Ma per fortuna ero calmo, e ragionavo. Gli chiesi spiegazioni, gli dissi che io
stavi scherzando. E lui: “No, io non
scherzo affatto!”. OK, mi sono detto,
questa cosa va chiarita. Ho discusso, ho spiegato, ho chiesto cosa sapeva di me
per accusarmi di essere tra coloro che fanno andare male l’Italia. Ed alla
fine, pur pensando di me credo le cose peggiori, ha dovuto ammettere che non
poteva arrivare a quelle conclusioni.
Altre volte sono io che sbaglio, capita. Andavo in
bicicletta su un marciapiede. La cosa è vietata, è chiaro, io ero in torto.
Passando accanto ad un altro perditempo attaccabrighe come il sottoscritto, ma
a una buona distanza, senza assolutamente infastidirlo, ecco che dice: “Ecco chi rovina l’Italia, nessuno rispetta
le regole. Tutti in bicicletta sui marciapiedi!”.
Ovviamente voleva che lo sentissi, altrimenti non avrebbe
detto quella frase a voce alta. Attorno non c’erano altre persone. Mi sono
fermato, ho cercato di discutere, sono rimasto accanto a lui per un lunghissimo
minuto, forse due, credo, per cercare di farlo parlare in modo più diretto.
Niente da fare. Fingeva di non vedermi, e continuava col suo monologo,
rispondendomi come se non parlasse con me. Io ovviamente ho lasciato perdere,
gli ho detto varie volte che aveva ragione riguardo alla bicicletta, ma che
avrei voluto spiegargli i miei motivi. Tempo perso.
Recentemente poi mi capita di discutere su Wikipedia su vari
temi, entrando nel merito di alcune scelte di carattere generale, cose che
avevo sempre ignorato, limitandomi sino a poco tempo fa a discutere solo su
voci specifiche, o su argomenti limitati. E pure in questo caso la prassi, il
consenso, le regole, i muri di gomma volutamente eretti per non dare risposte
iniziano a diventare evidenti. Io a volte rischio di essere accusato di
attacchi personali, che nell’enciclopedia è una delle infamie peggiori. Non si
deve fare mai. E ovviamente è così, è giusto che sia così. Il guaio, però, è
che ultimamente io spiego fatti, motivazioni, intervengo volutamente quando
noto cose che secondo me non vanno, e lo faccio nello spirito positivo, credo,
di chi trova un problema e propone soluzioni, ma, allo stesso tempo, vorrebbe
essere smentito nei suoi ragionamenti, se sono sbagliati. Talvolta noto che
coloro ai quali rispondo (non di rado chiedendo scusa, perché questo lo so
ancora fare), dando chiarimenti nel merito, motivando in molti modi, non
ribadiscono più, non replicano. Ora devo ammettere che spesso si tratta di
persone impegnate, che io posso essere una rottura, che probabilmente vorrebbero
che contribuissi scrivendo voci o correggendole, ma senza entrare in polemiche o
aprendo discussioni. Io questo lo capisco, è chiaro. Solo che non mi
spiacerebbe avere una risposta in più, qualche volta.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
scusa ma quel..."non mi spiacerebbe avere una risposta in più, qualche volta" mi ha commosso.
RispondiEliminabello.
ed io sono commosso della tua commozione... che altro dire? :-)
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