Comincio col dire che la trovo un’americanata, tipica di
quel modo di vivere dei cittadini che vivono a sud del Canada ed a nord del
Messico (senza scordare Alaska e Hawaii).
Se un Paese ha il coraggio (o la pazzia, non so come
altrimenti definirla) di abbattere suoi edifici storici importanti senza altra
motivazione che il far posto al nuovo, a volte discutibile, quasi sempre molto
più razionale e funzionale, certo, ma dimenticando la sua memoria storica,
anche se recente, allora posso benissimo capire che questa filosofia di buttare
ciò che si pensa superfluo sia partita da lì.
Poi noi siamo bravissimi a copiare, magari trovando
ispirazione per svecchiare alcune nostre abitudini di pensiero. Ed allora
arrivano gli stilisti, i guru di tendenza, gli articolisti da periodici o
pagine culturali. Ed arrivano anche molte persone che trovano corretto questo
modo di vivere, che è lontanissimo dal mio, credo sia chiaro dalle premesse.
Io se potessi non butterei mai nulla. Ovviamente esagero, in
tal modo, perché così mi ritrovo a conservare abiti che non userò mai più, per
molte intuitive ragioni. Ma, esattamente con lo stesso spirito, non getto una
vecchia foto, un biglietto che mi ricorda un momento felice, alcune viti che ho
recuperato smontando un mobile, e pure il vecchio mobile, che potrebbe tornarmi
utile.
E qui arrivo ad uno dei punti essenziali del mio
ragionamento. Chi si può permettere di buttare qualche cosa che,
potenzialmente, potrebbe tornare utile un po’ di tempo dopo? La mia risposta è
chiara, non ho dubbi: lo può fare chi, in caso di bisogno, è disposto a
ricomprare cioè che aveva ed ha buttato.
Nel mio caso poi c’è un’aggravante, non secondaria. Vivo
accampato da quando, per cause esterne (terremoto in Emilia), ho dovuto
svuotare un appartamento ed ora sono in attesa che i lavori riprendano e finiscano, ma sono purtroppo
rallentati o bloccati da problemi burocratici nei quali non posso intervenire.
La stratificazione di oggetti e l’ingombro oggettivo sono palpabili e
condizionanti, ma non posso buttare mobili, biancheria ed altro che mi
serviranno, spero presto, per riarredare quelle poche stanze. Non posso fare a
meno di pensarci, ogni giorno, lo ammetto, ed ogni tanto il tema traspare da
quanto scrivo, ma ritorno subito al tema scrostandolo dalle considerazioni di
situazione eccezionale per riportarlo tra i binari dello stile di vita, in
senso lato.
Io non posso rinunciare al mio passato, a quell’asse di
legno, a quelle diapositive, a quei VHS e a quei LP. E non rinuncio neppure ai
tantissimi libri, o al materiale scolastico accumulato in anni di lavoro e
ricerca personale.
Sono in contatto con un professionista, che quando va in
vacanza parte in moto quasi senza bagaglio. Prenota on line gli alberghi quando
si trova davanti all’ingresso, dopo aver visto che quella sistemazione gli
interessa, e per ogni altra sua esigenza ha con se il denaro, contante o
elettronico, in quantità adeguata al suo stile di vita.
Io invece, quando parto, mi porto tutto quanto posso, sino
ad ora sono andato pochissimo in albergo dando da sempre la preferenza ai
campeggi, e viaggio quindi, è ovvio, in modo meno dispendioso di questa
persona.
Poter avere una casa arredata in modo moderno e spoglio, che
esalta elegantemente pochi pezzi, curati e ricercati, lo ammiro, mi affascina,
ma è troppo lontano dalla mia portata, anche economica. Io poi, non di rado,
alcuni mobili sino ad ora me li sono costruiti da solo, e per farlo,
ovviamente, mi servono attrezzi e materiali per costruirli, e gli scarti di
lavorazione mi tornano utili, ogni tanto, per nuovi mobiletti senza che debba
ricomprare un pannello intero avendo gettato le parti residue del precedente
lavoro. Un’ultima riflessione. Tenere spazi vuoti, in un appartamento moderno,
è sicuramente alla moda, e farà certo la gioia delle riviste di
arredamento, ma col costo al metro quadrato delle abitazioni, tasse comprese,
chi si può permettere di tenerle vuote?
In altre parole, io, sinceramente, non posso essere un
modello se la tua aspirazione è il decluttering.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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