Ieri camminavo, auricolari
del lettore mp3 nelle orecchie con un audiolibro a farmi da colonna in prosa al
mondo. È passato un giovane ex collega in auto. Gli sono affezionato. La
macchina colma in modo incredibile di oggetti, mi ha spiegato, lo faceva sembrare
simile ad un nomade.
Stava trasferendosi, dopo la conclusione dell’anno scolastico. Sapevo che la ragazza con cui stava era morta in questa primavera, lo avevo già incontrato. Mi ha spiegato che negli ultimi tempi ha sofferto molto, che lo ha fatto senza lamentarsi, che lei ha accettato il suo destino.
Stava trasferendosi, dopo la conclusione dell’anno scolastico. Sapevo che la ragazza con cui stava era morta in questa primavera, lo avevo già incontrato. Mi ha spiegato che negli ultimi tempi ha sofferto molto, che lo ha fatto senza lamentarsi, che lei ha accettato il suo destino.
Mi ha poi confessato che ora
non ha più paura della morte, e che malgrado tutto crede.
Io gli ho fatto notare di essere invece un miscredente, senza insistere ovviamente, perché non era giusto per lui e neppure per me.
Io gli ho fatto notare di essere invece un miscredente, senza insistere ovviamente, perché non era giusto per lui e neppure per me.
Aveva fretta, ma ha rubato
un po’ di tempo per raccontarmi poche piccole grandi cose, quelle che segnano i
passaggi di una vita. Lui ora pensa di cercare una vedova, una donna che possa
condividere il senso della perdita, una persona che abbia magari già figli, per
aiutarla a farli crescere. Io gli ho spiegato che secondo me il fatto stesso
che lui sia aperto alla ricerca o alla possibilità di nuovi incontri non lo
indirizza necessariamente nella direzione da lui descritta, ma neppure su
questo ho aggiunto molto, perché in fondo chi mi dice che non abbia ragione
lui.
La vita è complessa, sia per
atei che per credenti, ed alla fine non ho molte certezze in merito. Quando a
volte io teorizzo e prendo una posizione netta, spero di non esser mai integralista, perché
è l’integralismo che in realtà rifuggo. Non è la buona fede di chi opera nel
rispetto degli altri seguendo il proprio dio o la propria idea che trovo
pericolosa, bensì la cecità dell’uomo che si piega e dimentica la propria
umanità.
Di fronte al dolore, poi,
sono disarmato.
Silvano C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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