Sono le 7 di sera. Spegne le
luci della stanza, prepara lo strumento sul treppiedi e lo punta. Di fianco,
sul davanzale ha il quadernetto per i suoi appunti, un raccoglitore ad anelli
con fogli multicolori a quadretti da 4 mm, un pennarello punta fine Pilot ed
una microtorcia led.
Claudio è un metodico,
introverso e timido per alcuni, serio nel suo lavoro in ferramenta, ma ancora
precario, assunto per periodi brevi, e mai a tempo pieno. Ormai però, ad ogni
scadenza, il suo capo lo riassume, perché sa trattare con i clienti, e,
specialmente con i più prepotenti o rompiscatole sembra sparire, non reagire,
smontando la carica aggressiva dell’interlocutore di turno e vendendo alla fine
il prodotto che fa comodo alla ferramenta.
Da quando abita da solo, in
quel miniappartamento, è rimasto affascinato dalle luci del condominio di
fronte, oltre il grande viale che separa il suo palazzo da quell’edificio di 8 piani, oltre il piano
terra occupato da piccoli negozi ed attività commerciali.
Ha maturato così l’idea di guardare
dentro quelle finestre cedendo ad una sua antica debolezza, anche se sarebbe
più corretto definirla deviazione o peggio ancora.
Ha schematizzato sul
raccoglitore quel palazzo, i suoi piani, con tre appartamenti per piano (a
parte il piano terra, ovviamente). Dei 24 appartamenti, uno è sempre chiuso, 5
sono uffici o studi professionali, ed altri 6 raramente offrono qualcosa di
interessante da vedere.
Ora il cannocchiale è
puntato sul settimo piano, al centro. Guarda. La stanza è illuminata, ma non ci
sono movimenti. Si sposta verso destra, poi ancora, sino a trovare una nuova
sorgente di interesse. Vede una scrivania, o così gli sembra, un computer ed un
uomo di mezza età che digita, vicino alla finestra. Sembra sorrida. Resta un
po’ ad osservare, scrive poche parole su un foglio, poi continua la sua
esplorazione. Il piano sul quale lui ha la migliore prospettiva è il quarto,
praticamente all’altezza del suo appartamento. Ai piani alti lui arriva a
vedere solo se succede qualcosa vicino alle finestre, per il resto intuisce
semplicemente. I piani inferiori li vede meglio, ma spesso scorge solo i piedi
dei vari inquilini. Una volta al secondo ha visto per qualche mese una donna
che spesso stava in mutande in giro, ma ad una certo momento si è trasferita,
ed ora l’appartamento sembra affittato ad un gruppo di studenti. Non vi succede
più nulla di interessante.
Il tempo passa velocemente
quando si mette alla sua postazione, ma raramente trova situazioni che
veramente soddisfino la sua morbosità. La ragazza del quinto piano non è in
casa, ed è un peccato. Della coppia che vive a nord del quarto piano pare
presente solo lei, e continua a passare da una stanza all’altra, ma non vede
molto, perché lei non ha acceso luci, e spesso sparisce nell’ombra. Verso le otto
sposta tutto, accende la luce e si
decide a cenare.
Le donne lo impauriscono,
davanti ad una ragazza balbetta e inizia a sudare. Le spia, vorrebbe coglierle
nell’intimità, superare con la fantasia la distanza che lo separa da loro.
Il giorno dopo, al lavoro, è
efficiente come sempre, ma poco prima dell’ora della chiusura il capo lo chiama
nel suo piccolo ufficio.
Ora Claudio sente che il
mondo gli è crollato addosso. Non ha risposto alle parole che ha udito. Non sa reagire al colpo, non ha riserve di energia anche per
assorbire questo. Torna a casa alla solita ora, senza mutare il percorso
abitudinario.
Sale a piedi ed entra nel
suo appartamento. Si avvicina alla finestra, ma non desidera più illudersi di
avvicinare chi resterà sempre lontanissima. Apre i vetri, si sporge e si lascia
cadere nel vuoto.
Silvano
C.©
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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