Tanti anni fa, primo
incarico a tempo determinato nella scuola, in Valsugana. Io, il signor
professore, vivevo in affitto, pagato in nero, e mangiavo panini sulle sponde
di un torrente un paio di giorni in settimana, quando avevo orario giornaliero
suddiviso tra mattina e pomeriggio. Lui, il semplice droghiere, che mi vendeva
i panini, aveva una bella casa in centro, un’auto lussuosa, e andava in ferie
in paesi esotici. Il mio padrone di casa di allora, in seguito, è stato
indagato dalla finanza per evasione fiscale nella gestione dei suoi tanti
immobili, a Levico Terme.
Ad una fiera di sapori, a
Rovereto, appena introdotto l’Euro, ho comprato alcuni dolcetti siciliani ad
una piccola bancarella regionale. Solo arrivato a casa mi sono reso conto che
li avevo pagati una fortuna, praticamente il doppio di quanto sulle prime avevo
pensato. Quel venditore ha abusato della mia buona fede, della mia leggerezza e
pure della mia stupidità. Da allora non ho mai più comprato cose in questo tipo
di fiere o manifestazioni.
Un giorno ho dovuto chiamare
un idraulico, emergenza, lo scarico della cucina si era intasato. Nessuno
disponibile se non in tempi biblici. Avevo persino contattato una ditta di
spurgo che sarebbe dovuta intervenire con un camion ed una motopompa a pressione.
Alla fine ho trovato una persona disponibile, è venuta dopo un solo giorno, ha
fatto il lavoro, e, a quel punto, mia moglie non se l’è sentita di chiedere
fattura. Questo idraulico vive in una bellissima casa con terreno, sulla
pendice del monte che vedo dalla cucina del mio appartamento. L’ho vista,
quella casa, col binocolo, e mi è chiaro come la mantiene.
Ho preso un caffè, molti anni fa, ad Affi, vicino all’autostrada del Brennero.
Al banco l’ho pagato 1,10
euro.
Un rivenditore di tabacchi e
giornali, da alcuni anni, ha trasformato la sua attività commerciale, puntando
tutto su gioco, scommesse e slot. Attorno è un via vai di persone un po’
“particolari” ma lui gira con un SUV da 70mila euro. Non so com’è casa sua.
Un piccolo negozio vende
abbigliamento adatto a persone di una certa età, merce di qualità, sicuramente,
ma di prezzo quasi inavvicinabile, puntando sulla pigrizia della clientela
affezionata ed attempata, che non vuole o non può cercare altrove.
Ora io mi chiedo. Se molti
esercizi hanno chiuso o chiudono, è solo colpa del governo e della crisi, o, in
parte, in una piccola parte, certo, non c’è pure un calcolo sbagliato di fondo,
o una rapacità commerciale che, alla lunga, nessuno può accettare, neppure in
tempi di vacche grasse?
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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