lunedì 24 giugno 2013

Il cervello rettile

Henri Laborit
Scriveva Henri Laborit, rifacendosi parzialmente alle teorie di Paul McLean, che noi umani  possediamo un cervello primitivo, un cervello rettile, responsabile dei nostri istinti primari come nutrirci, riposarci, riprodurci, difenderci in caso di pericolo e così via. Su questo cervello si è evoluta in un secondo momento la corteccia, la sua parte più recente. Quest'ultima tuttavia non si è mai del tutto emancipata da quel suo primo nucleo, che continua a coesistere con lei.

Non pensavo a questo quando oggi  ho visto l’accoppiamento tra due lucertole, su un muro, o a dire il vero non ci ho pensato subito. Ed è stata l’insegnante che ha preso il mio posto nella scuola che ho lasciato a chiamarmi per farmelo vedere, a farmelo notare, altrimenti mi sarebbe sfuggito.

Una lucertola un po’ più grossa ne teneva un’altra un po’ più piccola mordendola alla base della coda. Quest’ultima fuggiva, arrampicandosi sul muro, seguita dal maschio che non la mollava. Ad un certo punto è riuscita a staccarsi, ma lui l’ha raggiunta di nuovo, l’ha bloccata e, piegando il suo corpo ad arco, si è accoppiato con lei. Tutto è durato una trentina di secondi, non di più. L’aggressione amorosa seguita dall’accoppiamento si è risolta alla fine con la separazione tra i due, che sono rimasti per un po’ immobili, a riprendere le forze.

La natura ci ha offerto spettacolo del suo modo di operare, di come mantiene e riproduce la vita, del gioco tra i sessi. Ed è stato allora che ho ripensato a quel libro di Laborit letto tanti anni prima: “Elogio della fuga”, ed al film: “Mon oncle d'Amérique”, che alcuni anni dopo Alain Resnais ha girato con Laborit nel ruolo di sé stesso.
Impossibile non fare associazioni di idee, non vedere ciò che rende simili uomini e rettili, ma poi mi sono fermato. Noi abbiamo la corteccia, noi abbiamo mezzi culturali superiori a quelli dei rettili. Noi siamo più evoluti. I nostri istinti, se siamo educati a superare le incrostazioni ancestrali, possono essere tenuti sotto controllo, e siamo in grado di arrivare ad una nuova era di rapporti tra femmine e maschi, sino ad avere finalmente il diritto di chiamarci donne e uomini.
La strada è ancora lunga. Il potere in mano ai maschi in molte culture e tante religioni che contribuiscono a tenere la donna in una situazione subordinata sono grossi ostacoli da superare. Io sono certo tuttavia che la corteccia riuscirà, alla fine, a prendere il sopravvento sul cervello rettile.

                                                                                                  Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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