La divisione ha due termini,
dividendo e divisore, non sono interscambiabili, hanno un ordine gerarchico che
devono rispettare. A volte si trova scritta o rappresentata come una frazione,
ed allora è evidente chi sta sopra e chi sta sotto, anche se non ci si deve
assolutamente far ingannare, a tal proposito, su chi realmente comandi (e qui
ci vorrebbe una digressione sui rapporti di coppia, ma non mi azzardo).
Qualcuno associa la divisione anche alle percentuali, e si diverte a far
disegni e grafici a torta, ottimi da dividere in belle fette ad una festa tra
amici. È una operazione inversa, e a qualcuno andava effettivamente di traverso
a scuola. Tra le 4 operazioni è sicuramente la più difficile, ed ha una colpa: ha
fatto odiare la matematica a generazioni di alunni, convinti, sbagliando, di
essere negati.
La divisione ha un risultato,
che però non sempre ha lo stesso nome per tutti. Qualcuno lo chiama quoziente,
e capita come quando, dopo aver pagato ti restituiscono un po’ di soldi di
resto. I meno fortunati lo chiamano quoto, perché dopo aver diviso non hanno
nessun resto. In compenso, però, quando la divisione ha un quoto, è veramente
più facile da eseguire, esattamente come dividere una bella pizza in due parti
uguali.
La divisione ha vari segni,
perché non si adatta a farsi limitare troppo. Già la dividono, che volete
ancora da lei?
La divisione gode di un paio
di proprietà. Una è chiamata invariantiva, come nella sottrazione, e se non
cambia nulla, è inutile approfondire. L’altra, detta distributiva, risulta
utilissima per calcoli mnemonici veloci, ma scriverla è più lungo che
applicarla, e quindi mi astengo.
Immagino senza rimpianti (anche se, sinceramente, dovreste averne).
La divisione evidentemente ha,
come già avete sospettato, molti agganci alla vita reale.
Io la ritengo l’operazione di moda, abbastanza complessa da non
apparire banale a tutti, ma sufficientemente subdola da nascondere meccanismi
elementari che parlano alla pancia, o, se preferite, alla parte primitiva del
nostro cervello, quello rettile, secondo alcuni.
Solo facendo uso della corteccia la divisione diviene uno
strumento di analisi, serve a dividere un tema complesso in parti più semplici.
Chi si limita ad essere rettile invece di analizzare con buon senso e capacità
critiche, si ritrova ad usare la divisione come un’arma contro gli altri, per
erigere steccati, muri, a dividere il noi da voi, l’io dal tu, i maschi dalle
femmine, i bianchi dai neri, e via continuando, perché avete capito immagino.
Ed allora, usando in tal modo la divisione, qualcuno non capisce
che sporcando inutilmente la strada, la spiaggia o il sentiero di montagna
opera la divisione, la cesura, tra sé stesso e gli altri. Chi lotta per una
buona causa diventa odioso se per farlo imbratta con scritte ed adesivi muri e
luoghi pubblici, e divide il mondo tra chi è a favore e chi è contro, mentre
nessuno potrà mai essere al 100% a favore o contro qualsiasi cosa (e, appunto,
le percentuali sono un altro modo di vedere le divisioni).
Non dividiamoci, per favore, quando si tratta di essere solidali
con i meno fortunati.
Gli evasori fiscali, i malavitosi e tutti coloro che fanno
“operazioni” sporche dividono male le ricchezze del mondo, e sarebbero da
bocciare in matematica, prima ancora che da denunciare.
Silvano C.©( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.