Capire che quella era
l’ultima volta, capirlo prima. E poi cosa sarebbe cambiato? Nulla credo.
Sarebbe stato meno naturale. Non si può fare una cosa e viverla come se si
recitasse una vita altrui. I piani di coscienza si confondono. Noi entriamo
assieme, ma poi uno solo esce. Tutto semplice, tutto tragico, tutto umano.
Ti invitano ad una normale
serata tra amici, ma rifiuti, non sei interessata alle persone presenti. Solo più tardi sai che tra quelle persone si è aggiunto un ragazzo molto
ambito, del quale si parla in giro, e, senza dirlo a chi ti ha offerto il primo
invito, decidi di andare. Perché dovrebbe essere considerato un piccolo
tradimento? Eppure provi un leggero senso di colpa.
È un momento difficile. Sei
laureato. Anche se con un po’ di ritardo hai finito, la tua condizione è
mutata. Ora devi affrontare la realtà, i sogni sono sempre più sogni. Fai
volontariato in una struttura ospedaliera, ma sai già che il primo posto
disponibile a concorso non sarà per te, ed intanto ti paghi pure viaggio ed
assicurazione. Hai già vissuto le umiliazioni che ti hanno fatto capire che non
saprai mai vendere nulla, neppure acqua potabile nel deserto o dolcetti ai
bambini. E gli amici ora li eviti, perché non ti va di mostrarti col viso del
fallimento su tutti i fronti. Usi di meno pure l’auto, perché è dei tuoi, e sei
stanco di pesare su di loro. Poi fai una ricerca a tavolino, valuti quello che
potresti fare, cerchi destinazioni possibili e un giorno parti. Un lungo
viaggio in treno per visitare un posto che ti deprime, freddo, distante,
lontano dal tuo mondo, ma che potrebbe offrirti un lavoro, e la dignità. Non
torni soddisfatto da quel viaggio. Per
nulla. Tuttavia capisci che è una possibilità reale, la migliore tra quelle che hai, e non è possibile rifiutarla.
L’odore della donna è
eccitante, come sono eccitanti i particolari del suo vestire, di come si muove
o sorride. Ma deve essere una donna nuova, una scoperta, una che non ho avuto
prima, perché poi perdo interesse, mi stanco. Mi irrito se devo dire cose che
non penso. Tutto diventa difficile se lei non vuole capire. Eppure come sarebbe più semplice se nessuna credesse alle mie promesse d’amore, o se
io, per primo, smettessi di farle. Le parole non dovrebbero servire.
Lui ti ama, ma tu a volte perdi
la testa, urli e litighi col vicinato, diventi una vipera intrattabile,
pericolosa per chi si avvicina a te. In un momento di smarrimento fuggi, ti
cercano, qualcuno teme il peggio, ma alla fine ti trovano, ti riaccompagnano a
casa, ti fanno riaccettare la tua vita, che non sarà bellissima, certo, ma
neppure la loro è bella, pure loro pagano duramente per tirare avanti, e
cercare di realizzare piccoli desideri. Ma sai pure accettare i momenti
d’amore, e ricambiare, e capisci che non c’è altro.
Tu sei onestamente senza
pace, rincorri ogni sottana, cerchi di mantenere un certo distacco, ma sei un
libro aperto per chi sa leggerti. Sei pure consapevole di quello che sei; sei
come sei, lo ammetti e, tutto sommato, non fai male a nessuno, non tradisci
nessuno perché non hai nessuno. Frequenti un coetaneo con una relazione stabile
da anni, e conosci pure la sua ragazza. Pure lui non si lascia scappare alcuna
occasione gli si presenti per fare conoscenza con nuove ragazze, ed ha anche
maggior successo di te, occorre ammetterlo. Ma lui sa mentire molto meglio di
te. Una volta la sua ragazza, forse anche sulla base di quello che lui le racconta
di te, arriva a dirti: “Sei un farfallone!”
Tu non te la prendi, anche
se sulle prime non ti fa per nulla piacere sentir pronunciare quelle parole. Ma
poi sorridi. E ti chiedi cosa sa lei, che pensa questo di te, di lui.
( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte. Grazie)
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