sabato 28 dicembre 2013

Tasse sulla casa


Chi ricorda l’imposta comunale sugli immobili, la sua introduzione, la sua lenta soppressione per poi farla risorgere mostruosamente cambiata?
A scanso di equivoci io dico subito che ero favorevole all’ICI, per vari motivi, malgrado portasse un peccato originale che col tempo, invece di essere emendato, è stato amplificato. Ma procediamo per gradi.
Io credo che le imposte direttamente calibrate sulla persona e non genericamente sui beni acquistati siano molto più giuste ed eque, degne di uno stato moderno ed efficiente. Credo inoltre che pagare le tasse sia un dovere primario di ogni cittadino, senza accampare nessun tipo di scusa.
Qui occorre iniziare a spiegare meglio però, ed entro quindi nei particolari.
Tassare il mio conto in banca è meglio che tassare la benzina, il pane, i giornali, il teatro, i libri e il caffè. Il pane che costa molto incide pesantemente su chi ha meno mezzi economici, mentre lo stesso pane, per chi non sa come spendere i propri soldi, potrebbe costare 10 volte tanto e non sarebbe un problema. Lo stesso dicasi per benzina e gli altri generi citati.
Chi evade le tasse, o prende la residenza all’estero ma rimane di fatto in Italia e fa affari con noi italiani o svolge attività in Italia, o ancora esporta all’estero capitali, o svolge attività in nero, legato che sia o meno alla malavita, per me, è un ladro. Usa in qualche modo i nostri servizi, se non addirittura aiuti altrimenti destinati a persone bisognose, senza pagarli, anzi, spesso lamentandosi che non sono degni di un paese civile, e che è giusto non pagare le tasse perché lo Stato è il primo a non rispettare il Patto Sociale. Serve ripetere che se TUTTI pagassero, l’aliquota mostruosa che devono subire gli onesti o i tassati alla fonte scenderebbe a livelli di altri Paesi più virtuosi, quelli nordici ad esempio? Nulla tuttavia giustifica gli sprechi della gestione pubblica, i rapporti clientelari e baronali, quasi dinastici, le assunzioni solo per opportunità politica, i privilegi dei quali godono i nostri amministratori, ben superiori a quelli di altri Paesi, e il pagare le tasse non implica che si possa poi sperperare o rubare i soldi dei cittadini.

Ora io vorrei che tutti pagassero la tassa sulla casa, a partire dalla prima, senza differenza alcuna quindi tra prima, seconda o terza e così via, ma ad alcune condizioni molto chiare e precise:
1 – L’imposta deve tener conto di TUTTE le proprietà immobiliari del contribuente, e deve essere versata nei comuni dove queste proprietà si trovano.
2 –  Deve essere fissato un tetto in modo che sino al valore di 100mila euro, ad esempio di proprietà immobiliari complessive, nulla sia dovuto (la soglia si può alzare o abbassare, questo non è un problema, è il principio della franchigia adeguata e ragionevole che mi interessa)
3 – Il catasto deve essere uniformato e aggiornato su tutto il territorio nazionale, evitando che immobili di pregio risultino accatastatti come abitazioni popolari o che in centro si paghi meno che in periferia o ancora che ogni Regione o Comune agisca di sua iniziativa.
4 – Il gettito deve andare totalmente ai Comuni, senza quota per lo Stato, che ha altre forme di imposizione per soddisfare le proprie necessità.
5 – Deve essere verificata la congruità tra immobili complessivamente posseduti e reddito individuale. In altre parole un impiegato dipendente senza altri redditi non può possedere una villa perché non ha i mezzi per mantenerla, neppure se ereditata o regalata, e non deve essere la comunità a sostenere il peso di gestione della villa in questione. Del resto, se io vincessi ipoteticamente una Maserati, come potrei mantenerla e in quale garage la potrei sistemare? Dovrei cederla, immagino, o cambiare attività in modo da guadagnare abbastanza,
6 – Serve una forma di compensazione che renda giustizia nel caso di chi, pur con un alto reddito, non possiade immobili, ma viva in affitto o spenda in viaggi, auto ed altri beni. Oserei dire che pure il risparmio, tolta una quota esente (stessa logica della franchigia già esposta), debba essere tassato, in forma simile. Una sorta di patrimoniale su tutto quanto posseduto in immobili o altre forme insomma, rivedendo privilegi e situazioni di comodo, come gli investimenti all’estero, e combattendo i cosiddetti paradisi fiscali con un controllo incrociato di tutti nostri parametri fiscali, sanitari, professionali e familiari.

Ho detto tutto? Non credo. ma terrò conto di ogni critica, modificando quanto ho scritto di poco chiaro, incompleto o scorretto. Grazie per la lettura.

                                                                        Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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