Sento al telefono persone che non stanno bene, le vedo o ne ho
notizie in altri modi, compreso dai social. C’è una stagione per ogni cosa, e
gli anni che mi aspettano, non so quanti, saranno sempre più segnati dal dolore
di chi conosco, di chi alla fine se ne andrà prima di me, sino a quando sarò io
ad andarmene prima di qualcun altro. Vivi come se la vita fosse per sempre.
Morire giovani capita, ma è più raro rispetto ad un tempo, quando i neonati se
ne andavano prestissimo, ma anche diventare anziani era più difficile di oggi. Ma
che razza di discorsi. Lo so, non ha senso riflettere troppo su queste
cose, meglio impegnarsi in attività piacevoli, tenere la mente occupata in
altro, darsi compiti da eseguire, essere utili almeno un po' a chi ne ha
bisogno, fosse anche una sola persona. Così è già meglio. È fortunato
chi ha la possibilità di curare qualcuno, quella è la motivazione più
importante, il maggior legame alla vita possibile. E allora scandire la
giornata con una scaletta da rispettare è una soluzione. Un’altra è quella di
alzarsi, prendere l’auto, il treno, la bicicletta o le scarpe ed andare, andare
sempre e comunque, anche se è tornata la pioggia col vento e la temperatura è
calata. Continuo a scrivere, come vedi, esattamente come quando tu, da sotto,
mi chiedevi se stavo componendo un romanzo. Ecco, nessun romanzo, ma le parole
vengono una dopo l’altra, e non so chi me le fa arrivare. Ciao, Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la
fonte, grazie)
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