Per non lasciare mai i temi allegri che tendono a interessarmi con
una fastidiosa frequenza mi stavo chiedendo se esistono colpe che non si
possono perdonare. Mi verrebbe da dire che conosco la risposta, o le condizioni
almeno, perché ogni singola colpa andrebbe analizzata e processata senza
generalizzare. Una condizione è che riguardi un’azione voluta, cioè consapevole o in malafede. Un’altra è che riguardi qualcuno che non può difendersi o sia in
condizioni di dipendere dagli altri. E poi il fatto che non sia possibile in
alcun modo porvi rimedio, ché in caso contrario sarebbe facile o almeno
possibile ottenere il perdono. Se penso ai miei sensi di colpa per tante azioni,
o non azioni, devo andare indietro nel tempo sino a quando ho iniziato ad
essere indipendente, al passaggio cioè da infanzia ad adolescenza. Non ho
voglia di ripensare a ciò che mi fa vergognare, e non so neppure perché sono
caduto in questo groviglio logico nel quale cerco giustificazioni e
rassicurazioni per fatti avvenuti oltre mezzo secolo fa. La cosa che mi ha
fatto sentire migliore per molto tempo sai benissimo qual è, ed è esattamente
questo che mi manca da morire, specie in giornate come queste, di ricordi e bilanci.
Ora però capisco, mi ci ha fatto arrivare il tuo pensiero, il vero senso di
questo imbuto di emozioni. E la tua assenza ha un peso difficile da sostenere,
ma fingendo sembra sia possibile. Ciao, Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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