domenica 10 marzo 2024

Ce ne vorrebbe uno bravo per capire, ma io bravo non sono

Da bambino sapevo dell’esistenza del telefono, ma non ne ho mai avuto uno in casa. Non nella prima e nemmeno nella seconda. Solo nella terza, dopo il secondo trasloco, quella dove i miei abitavano ancora quando ci conoscemmo. Il frigorifero ed il televisore i miei li comprarono che avevo già compiuto 10 anni. Il primo bagno degno di questo nome, con vasca ed acqua calda corrente arrivò che già andavo al liceo, e così la prima lavatrice. Malgrado questo sono sopravvissuto. Le prime vere cure dentistiche le feci tardissimo, col primo lavoro, e ne avevo bisogno. Sino a quel momento era normale andare dal medico di famiglia per togliere i denti, se facevano male, il dentista non sapevo che esistesse, poi ho capito che costava, e tanto. Non per tutti era così, ma per me lo era, e con nostro figlio abbiamo iniziato da subito a curare anche i denti. In quei tempi non invidiavo chi aveva l’auto, viveva in modo più comodo, aveva cose che io mi sognavo, mi aspettavo però che col tempo pure io le avrei avute. Ero spesso nelle case più belle degli altri, alcuni l’avevano come la mia, nessuno peggiore. Anche libri in casa allora non ne avevamo. Solo fumetti, fotoromanzi, fantascienza e poco altro, i miei primi libri furono comunque i testi scolastici. Adesso possiedo una disordinata biblioteca. Forse da questo inizio derivano nostalgie e desiderio di avere, invidia e una sorta di senso d’inferiorità mai del tutto superati. Mio padre, vissuto in una famiglia poverissima e molto numerosa, viveva col desiderio del molto, non della qualità. Se fosse entrato in un ristorante stellato dove servono degustazioni con porzioni microscopiche credo che avrebbe piantato una grana. E ricordo anche anni nei quali la mia famiglia fu, a suo modo, felice, senza evidenti scontri interni. Poi le cose precipitarono e io ne fui testimone, vittima e colpevole di omissione. La situazione tuttavia superava le mie possibilità, o almeno così pensavo. Tu mi conoscesti in questa fase. Avevo superato da poco il momento nel quale avevo preso la decisione e intendevo realizzare qualcosa, non solo sopravvivere. Già da alcuni anni avevo iniziato a chiedere, a chiedere, a chiedere ancora superando la timidezza e fregandomene delle risposte negative. Chi non era disposto a concedermi alcune cose che mi interessavano non meritava il mio interesse, inutile curarmi del loro giudizio, chissenefrega. Del resto erano pure gli altri a manifestare disinteresse nei miei confronti, o interesse peloso, quindi la selezione ci stava perfettamente. È stata una vera liberazione, faticosa ma necessaria. Ed ora? Bella domanda, ora lascio andare, ora sono arrivato a un punto che anni fa non pensavo neppure ipotizzabile. E il significato di ogni cosa mi cambia sotto i piedi, tra le mani, nei progetti. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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