Alcune cose sono evidenti,
talmente evidenti che sembra persino inutile ricordarle o citarle quando si
parla. Altre cose si descrivono nel modo sbagliato, tutti o quasi sanno che non
è così ma si continua a farlo. Un esempio del secondo caso? Il Sole tramonta. È
chiaro che siamo noi sulla Terra a far la giravolta ma non ci si fa caso e si
continua a dire senza problemi per nessuno che è il Sole ad inabissarsi dietro
l’orizzonte. Diverso è il discorso per gli indiani, quelli dei film western di
tanti anni fa, che indiani non sono mai stati, mentre è più corretto credo definirli
nativi americani o pellirossa. Continuare a usare il temine indiano slegato
dall’India era e rimane sbagliato. Questa è la premessa, che ha a che fare con
le convenzioni linguistiche e con le convinzioni personali. I terrapiattisti
infatti negano alcune evidenze e, mi pare, sopravvivono benissimo. Sono quindi
arrivato alla conclusione che una possibile via di salvezza è la negazione,
negare sempre e in ogni situazione ciò che contraddice alcune mie vitali
necessità. Non è necessario aver ragione, aver prove a sostegno, ottenere l’approvazione
altrui o essere anche solo capiti. Negare necesse. Negare è vita, quella che
vorrei e che mi viene negata e in qualche modo evoco. Mi oppongo a
ragionamenti razionali sulla vita e sulla morte, sul futuro e sul passato,
sulla memoria e su quello che dovrei fare. Secondo qualcuno avrei dovuto
evitare di comprare qualcosa che hai usato solo tre volte. Avrei dovuto sapere
e accettare quello che sarebbe successo e non accetto ancora. Se il destino è
stronzo non è colpa mia. Io nego, sopravvivo e nego, tinteggio e nego, a volte
mi muovo oltre il mio piccolo orizzonte locale e nego. Non esiste morale che
tenga, il cielo stellato non è solo sopra di me ma mi circonda e io ne faccio
parte, le spiegazioni filosofiche valgono per ciò che sono, tentativi di
spiegare l’inspiegabile, quindi se nego non commetto alcun delitto di lesa
ragione. Magari potrei fare come Astolfo o ancor più come Orfeo, che sono
invenzioni letterarie e non hanno nulla di vero oltre alla poesia. Ciao Viz,
potrei anche aver ragione, perché negarlo?
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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