lunedì 3 luglio 2023

Giocare a nascondino

Dicono che è bene ritornare un po' bambini di tanto in tanto, recuperare spontaneità, leggerezza, immaturità e una sorta di tempo dell’oro. Non se condivido questa cosa. Non ho mai percepito di essere immaturo quando oggettivamente lo ero, da bambino. Spontaneità magari, a quel tempo il controllo che subivo da parte dei miei era superiore alla media dei miei coetanei, lo facevano per il mio bene ovviamente, mi obbligavano a rispettare le indicazioni del nostro medico ed evitavano che potessi sudare o fare giochi pericolosi. Il risultato lo vidi una volta che una ragazzina, sorella minore di un compagno delle elementari, mi prese in giro perché era più abile di me nell’arrampicarsi su un albero. Leggerezza forse, ma confesso che ricordo con poca nostalgia certi stati d’animo che provavo allora, del tutto rilassato non lo sono mai stato. Il tempo dell’oro è un’illusione consolatoria per rimpiangere il tempo passato e farci credere che chiunque ha avuto un momento nel quale la sua vita è stata bella. I giochi allora erano belli, ma lo sono allo stesso modo i giochi di oggi. Sono diversi, ovviamente, ma sono belli pure oggi. Il gioco del nascondino, ad esempio, era piacevole. Oggi lo rivorrei in chiave moderna completamente diverso, cioè mi farebbe piacere giocare con chi è partito e immaginare che, quando meno me lo aspetto, ricompaia da dietro l’angolo o da sotto un cumulo di ricordi. Ciao Viz.

                                                                                                     Silvano C.©   
            (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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