Ci sono momenti nei quali
devo dirti cose, nei quali ti avverto e non so come farti entrare, sono
impreparato alla situazione anche se sono anni che mi ci trovo immerso. Non mi
lamento di questo che vivo ma del fatto che sei partita controvoglia. Avevi
ancora progetti da realizzare, come tutti, e luoghi da visitare, persone da
sentire e vedere, telefonate alle quali rispondere, carte da eliminare perché ne
avresti provato un piacere unico, consigli da darmi e dolori da condividere,
con le preoccupazioni e tutto il resto. Non è avvenuto improvvisamente, è
chiaro. Hai potuto in parte concludere, salutare, pensare a un addio,
immaginare la nostra vita senza di te, scegliere o decidere che in fondo era giusto per
certi aspetti, quella è stata una scelta tua, non so quanto ne sono stato
degno, non lo so, non sono migliorato da allora, non ho fatto progressi col mio
carattere impossibile, ho solo imparato a trattenermi leggermente di più, a
controllare alcune mie sfuriate un tempo persino ridicole, oltre che cattive. Conservo
con gelosia alcune cose, perché sono ancora geloso in qualche modo, sì, io che credevo di
non esserlo. Esclusivo e poco condiscendente, ho capito che la solitudine con
te è migliore della confusione e delle risate con decine di persone. Devo convincermi
che sono sulla strada giusta, su una delle opzioni possibili migliori, che non
arriverò mai alla perfezione che, con te presente, mi permetteva maggiori
libertà. Ti sei portata via la mia possibilità di essere stupido inconsapevole,
ora sono soltanto stupido. Ciao Viz, ma non era meglio per entrambi se potevi
restare qualche anno in più, ovviamente con meno problemi di salute? Sarebbe stato
un regalo per me, questo ormai dovrebbe essere chiaro anche ai muri di notte,
di una notte senza Luna né stelle in cielo.
Silvano C.©
(La riproduzione
è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)
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