Era da un po' che non la
vedevo così, non so dire da quanto, ma è stato un momento importante per noi
quello vissuto in quella casa ed è ovvio che sia presente sempre, anche quando
non la penso. Tutto identico e tutto diverso. Meno cadente ma ugualmente in
disarmo. L’ingresso principale aperto ma le porte interne chiuse a chiave,
quindi le stanze dell’appartamento non erano visibili e potevo solo
immaginarle. Una signora che vagamente mi ricordo, magari neppure legata al
luogo, mi ha riconosciuto. Con me c’erano, mi sembra, i miei. Tu non sei
venuta. Mi è ritornato alla mente lo sventurato e terribile Francese, capace
di rovinare sé stesso, la famiglia e anche il figlio. La scala per il suo
appartamento sembrava sparita, demolita. Non mi ha fatto né piacere né dispiacere
rivedere dove abbiamo vissuto, sentimenti neutrali, ero solo osservatore esterno
di quanto è stato e di come immagino sia adesso. Avevo accanto persone che sono
partite da tempo, ormai troppo. In parte ho sicuramente inventato i
particolari, un collage con altri ricordi come sempre avviene nei sogni. La mia
vita onirica si affaccia sempre più su quella reale, e la reale sfuma
letteralmente sotto i miei piedi. Sono di passaggio tra le cose che ho raccolto
e continuo a raccogliere, tra oggetti di ogni genere e ricordi solo personali. Dopo
di me il diluvio, come cantava Battisti, ma credo neppure quello, non sono così
importante da meritare che qualcuno si scomodi in tal modo. Basterà lentamente
dimenticarmi, lasciar andare una ad una tutte le persone che per me sono ancora adesso vive e il gioco sarà fatto. E intanto, aspettando, vivrò a mia volta e sognerò. Tu,
se puoi, allontanami gli incubi, di quelli ne faccio a meno. Ciao Viz.
Silvano C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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