Perfezione per sottrazione

Dalla casa alla cosa, trasferire memoria e conservarla.

Le vicende di una famiglia sedimentano tra le mura di un appartamento o di una casa, nelle sue stanze. Possono formare strati sottili o più spessi, esattamente come succede nella formazione delle rocce col deposito lento dei materiali nel corso dei secoli e dei millenni sul fondo di mari e oceani. Le case però possono essere vendute e andare così perdute col loro bagaglio di ricordi, perché nuovi ricordi di altre persone copriranno e nasconderanno i precedenti, sempre di più.

Pochi restano a vivere nelle abitazioni che furono degli avi, è normale che avvenga, il valore commerciale delle abitazioni impedisce di collezionarle come si fa con le fotografie dell’infanzia o i piccoli ricordi comprati durante un viaggio quindi le case possono rimanere solo nella memoria, non fisicamente in nostro possesso.

Le cose invece, specialmente quelle meno ingombranti, possono restare anche dopo vari traslochi, diventare una nostra memoria che permette di tenere accanto a noi le persone. In realtà è un’illusione. Le persone, anche quelle, restano nella nostra memoria. Chi ci ha amato, chi abbiamo amato, non ha bisogno di un oggetto per tornare o restare, lo fa comunque.

E allora, se le case vanno, perché conservare tante cose come tendo a fare io? La perfezione si dovrebbe raggiungere con successive sottrazioni, che saranno sempre e solo materiali mai reali negli effetti sul ricordo. È la perfezione che lo scultore raggiunge partendo dalla materia grezza e togliendo poco alla volta tutti gli strati che nascondono l’essenza, l’opera finita. Alla fine della vita l’opera sarà finita. Ciao, Viz.

                                                                                                     Silvano C.© 
                   (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)