Un tempo ormai finito è salvato solo dalla memoria e io alla memoria ci tengo. Voglio mantenere viva la vita chi col tempo mi ha lasciato e far restare il ricordo della nostra storia recente.
Durante uno dei nostri ultimi viaggi in Baviera visitammo Dachau e il suo campo di concentramento, il primo di tutta la Germania e il modello di tutti quelli che poi sarebbero venuti, anche quelli di sterminio.
Una cosa che mi colpì è che, essendo estate, alcuni entravano con abiti leggeri e con pantaloncini corti come a volte si entra in un normale parco pubblico ma non in una chiesa, dove certi abbigliamenti sono vietati. Il campo di Dachau non è stato un luogo di ritrovo e di feste ma un’enorme struttura recintata e sorvegliata dove gli internati dovevano lavorare o erano sottoposti a prove di resistenza per studiarne gli effetti sul corpo umano o erano fucilati o morivano semplicemente di malattie e fatiche. Sono morti in migliaia a Dachau, più di quarantamila. Noi eravamo in vacanza ma quello non fu un momento allegro e ci vestimmo come quando si entra in un luogo sacro o anche solo in un posto che merita rispetto. Fu una tappa che ancora oggi ricordo e mi colpì che la cittadina tedesca quasi ignorasse la presenza di quel campo a poca distanza dal suo centro. I tedeschi di allora furono consapevoli di quello che avveniva a poca distanza da dove abitavano? Il dubbio mi rimane ancora oggi. Ciao Viz.
Silvano
C.©
(La riproduzione è riservata ma non c'è nessun
problema se si cita la fonte, grazie)
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