Non gli attribuisco alcun significato ironico o scherzoso perché conosco bene gli acciacchi che l’età, avanzando, genera. La seconda giovinezza è tuttavia un periodo che presenta analogie con l’età che precede la piena maturazione, in principal modo legate alle attese, ai progetti, al desiderio di fare e ancora scoprire. Da giovani anagrafici la vita è tutta da sfogliare e in parte da inventare, potenzialmente pericolosa e magnifica. Da giovani solo mentali la vita è in larga misura alle spalle ma intanto ha generato aspettative e programmi rimandati nel tempo perché altri più urgenti li hanno congelati, sospesi. Il tipico caso da manuale è quello di chi prima si prepara e poi, per un numero notevole di anni, lavora senza quasi avere tempo per altro. Recentemente le cose sono ancora cambiate, al lavoro più o meno sicuro si arriva generalmente tardi e qualcuno sembra destinato alla precarietà per tutta la vita. Per ora tuttavia non vorrei pensare a questo, anche se non lo posso ignorare.
Ora mettiamo il caso che qualcuno, dopo anni di attività, arrivi al momento della pensione. Supponiamo pure che, senza scordare gli obblighi sociali e di aiuto ai figli o a chi sta vicino, sia possibile finalmente avere più tempo libero per un viaggio sempre sognato e mai fatto, per leggere quanto non si era letto, per allacciare nuove amicizie e rinsaldare quelle un po' appannate. Per fare cose mai fatte prima insomma, perché prima non c’è stato il tempo. Ecco Viz, questa è la sostanza. Tu la seconda giovinezza non l’hai avuta. Io l’auguro tuttavia a chiunque perché anche la seconda giovinezza è breve e finisce presto come tutte le cose.
Silvano C.©
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