giovedì 25 novembre 2021

#violenzasulledonne

Né colpa né merito per essere nato maschio e destinato a diventare uomo. Lo stesso dicasi per l’educazione ricevuta nei primi anni dalla famiglia e dal rapporto con le amiche, uniche compagne di giochi sino agli otto anni nei quali fui anche figlio unico, dopo no. Questo ha inciso evidentemente in ciò che sarei diventato, oltre a fatti di quei primi anni poi rimossi ma che mi hanno chiaramente segnato. Forse con l’analisi potrei scoprirne alcuni e capire così il perché di certe mie fantasie o tendenze caratteriali, ma questo esula dal senso che vorrei dare a queste riflessioni. Pure la vicinanza al mondo religioso ha inciso perché ho frequentato un asilo gestito da suore e sono stato chierichetto, come evidentemente l’aver frequentato classi solo maschili sino alle scuole medie comprese. Quelle che negli anni giovanili erano diversità in parte derise dai coetanei erano valori individuali importanti. Fui fortunato nell’ambiente di lavoro a trovare una maggioranza di donne come colleghe e anche come dirette superiori.

La diversità uomo-donna è un valore da difendere, col necessario corollario della parità e della complementarietà dei due ruoli. Impossibile non continuare a rimuovere le sovrastrutture e i pregiudizi culturali che differenziano sin da piccoli bambine e bambini. Una volta che saranno cresciuti il danno sarà già stato fatto.

E allora, sinché non cambieranno le parole usate nella lingua, a partire dalla grammatica che determina il plurale al maschile, o il nome delle professioni per indicare ad esempio la direttrice d’orchestra o l’architetta avremo un problema.

Un altro problema evidente è la toponomastica pubblica. Pensate quante vie e piazze sono intitolate a uomini e quante a donne.

A livello religioso la cosa è complicata e in salita. Vedo ai vertici dei principali culti solo uomini, e questo non facilita, e lo stesso succede se ai riti sono spesso ammessi solo uomini, o raramente solo donne.

Il mondo militare, maschilista molto a lungo, ora ha anche donne. Ottimo dal punto di vista della parità.

La retribuzione, solitamente più alta per gli uomini con stessa mansione svolta, non aiuta.

Credo che questo già basti a capire la necessità di un numero come il 1522 anche se non mi illudo di aver toccato ogni aspetto del tema in poche righe.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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