giovedì 4 novembre 2021

Prossemica patologica

Immagina di buttare un sasso in uno specchio d’acqua stagnante e vedere le circonferenze concentriche in formazione e allargamento sino a quasi sparire. Oppure un palloncino che si gonfia e si sgonfia, variando il suo volume di momento in momento. Sono due modelli immediati che rappresentano il distanziamento naturale e la sua variabilità legata a fattori diversi che regolano i rapporti tra gli esseri umani, studiato dalla prossemica.

A me viene in mente, forse per quanto in anni recenti mi ha personalmente colpito e cambiato oltre alla situazione pandemica che tocca praticamente tutti, una diversa immagine, che potrei spiegare così:

Un bambino circoscrive un grande spazio nel giardino mettendo a distanze simili tanti sassi sull’erba, e si siede al suo interno. Immagina con la fantasia un gioco possibile e subito dopo, per renderlo più complesso e interessante, va alla ricerca di rametti e li dispone all’interno dello spazio racchiuso dai sassi. I rametti, essendo tanti e sufficientemente lunghi, sono uno in contatto con l’altro, e distinguono perfettamente il dentro e il fuori. Vengono altri bambini a giocare e alcuni di loro dispongono a caso, dentro e fuori, margherite, viole e fiori di tarassaco prima che diventino soffioni. La situazione diventa diversa, per un po'. Il tempo passa e di tanto in tanto il bambino rimette a posto sassi e rametti, o sostituisce alcuni fiori che si sono seccati. Poi trova sul retro della casa una piccola pila di mattoni e decide di costruire una nuova cerchia all’interno delle prime due, più solida ma molto più ristretta perché i mattoni non sono tanti. Passano almeno due stagioni e la situazione non cambia di molto. Ogni tanto qualcuno modifica leggermente la posizione di sassi, rametti e mattoni ma il bambino non sente il bisogno di fare nulla di particolare né di complicare ancora il gioco con nuove regole. Prima dell’inverno arrivano molte casse di mele, in legno, casse solide e robuste, in grado anche di reggere il suo peso se appoggiate nel modo giusto e mettendo i piedi sui bordi. Poco alla volta le casse si svuotano e vengono accatastate in un angolo del magazzino. Il bambino intuisce che si possono usare nel suo gioco, le porta tutte all’interno del cerchio di mattoni e le dispone a quadrato. Ne bastano sei per formare uno spazio chiuso dove può restare solo lui; solo lui dentro, tutto il resto fuori.

Forse la prossemica se spinta all’eccesso diventa patologia, forse il distanziamento sociale è innaturale quando giunge a nutrire una tendenza personale ed autolesionista all’isolamento, e dovrebbe essere combattuto per un nuovo equilibrio. Ciao Viz, gli esami non finiscono mai, come già diceva Eduardo.

                                                                          Silvano C.©  

    (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

 

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